Protopapa: “I danni all’agricoltura sono insostenibili e le nostre strade non sono più sicure”
“Non si può perdere la vita per un cinghiale. Questa tragedia è inaccettabile. Denunciamo da tempo che il problema è di sicurezza pubblica e non solo legato ai danni all’agricoltura. Abbiamo più volte convocato tutte le prefetture e messo in campo ogni strumento che la legge ci dà. Strumenti che però sono totalmente inadeguati. Ora basta. Ieri sera una famiglia è stata distrutta e non possono più bastare le parole di solidarietà e di circostanza. È necessario che lo Stato intervenga. Ha il dovere di farlo e subito”.
Sono le parole del presidente della regione Piemonte, Alberto Cirio, dopo che ieri sera, a Villanova Mondovì nel Cuneese, una donna di 55 anni ha perso la vita in un incidente d’auto causato da un cinghiale.
Un incidente avvenuto poche ore prima dell’evento di denuncia in programma oggi, giovedì 14 luglio, presso la sede della Conferenza dei Presidenti a Roma, per il mancato avanzamento dell’iter amministrativo della bozza di decreto interministeriale proposto, circa due mesi fa, dalla sottosegretaria Gava, su indicazione della commissione Politiche agricole e su delega del ministro alla Transazione ecologica Cingolani, per la modifica dell’articolo 19 della legge 157 del 1992 con l’ampliamento del periodo di caccia al cinghiale e la possibilità da parte delle Regioni di effettuare piani di controllo e selezione nelle aree protette.
“Dopo quasi 60 giorni – ha dichiarato il coordinatore della Commissione Politiche Agricole, Federico Caner – tutto ancora tace: non si ha più alcuna notizia del decreto e del suo iter anche se pare che la proposta del MITE sia da tempo stata inviata ai ministeri concertanti. Siamo dinanzi a un incredibile affronto verso tutti gli assessori regionali che hanno sostenuto all’unanimità l’iniziativa, così come tutti i governatori che l’avevano approvata in Conferenza dei presidenti e soprattutto nei confronti dell’intero mondo agricolo, che paga a caro prezzo le conseguenze devastanti di un’emergenza cinghiali ormai già fuori controllo”.
“Crediamo – aggiunge – che il tempo delle false promesse e delle inutili attese sia davvero terminato, così come quello di posizioni estremiste e completamente fuori dalle realtà, che all’interno del governo stesso stanno ostacolando di fatto una proposta capace di dare una prima vera risposta efficace all’emergenza!”.
Concorda l’assessore regionale all’Agricoltura della Regione Piemonte, Marco Protopapa, presente all’incontro: “Noi assessori continuiamo a lottare in prima linea a tutela dei nostri territori. Il Piemonte sta anche subendo l’emergenza sanitaria della Peste Suina Africana che ci impone drastiche ristrettezze di azione, sotto scacco di regole europee e sanitarie non condivise. Oggi il governo o meglio parte di esso, non ci consente di risolvere il problema della proliferazione dei cinghiali e tutte le regioni hanno le mani legate. I danni all’agricoltura sono insostenibili e le nostre strade non sono più sicure. Sicuramente le manifestazioni di protesta, in caso di mancate risposte, saranno sempre più eclatanti”.
“Una denuncia mediatica che si speriamo abbia i suoi effetti perché per la prima volta si dimostra che la politica, indipendentemente dai colori, è unita su un argomento che sta devastando l’intera nazione – aggiunge Protopapa -. La cosa che riscontriamo è che c’è ostilità ad agire non riesco a capire perché. In Piemonte e in Liguria si sovrappone, poi, anche il problema della PSA che oggi tocca in forma minima anche il Lazio. Vediamo molti indugi: dopo danni costanti e all’agricoltura, ci troviamo anche tragedie come quella di ieri a Mondovì. Siamo vincolati a regole che ci impediscono attività, soprattutto in provincia di Alessandria, all’interno della zona della recinzione futura. Abbiamo bisogno di soluzioni e ristori. Abbiamo bisogno di aprire l’attività venatoria temporaneamente e non affidandoci ai soli cacciatori, ma anche alle guardie venatorie e a personale dedicato alle attività di controllo e contenimento”.
Nell’attesa di una soluzione politica al problema, in Piemonte si sta procedendo con la posa delle reti di contenimento che come spiega Angelo Ferrari, commissario straordinario per l’emergenza peste suina “sono state collocate con la collaborazione dei nostri tecnici epidemiologici che ci dicono dove sussistono le condizioni di maggiori preoccupazione e dove l’onda epidemica si espande più velocemente. Stiamo andando a collocare le reti lungo un tracciato che è stato in buona parte condiviso con i sindaci di tutte le zone. Qualche criticità c’è , ma nel 90% dei casi è tutto concordato”.
I lotti aperti con cantieri attivi sono cinque: il lotto 1 Olbicella-Abasse, il lotto Abasse- Acqui Terme, il lotto 4 che è Arquata- Borgetto Borbera, il lotto Tiglieto – Mele e il lotto 7 bis a Casella.
“Sono tutti cantieri dove si sta procedendo con tecniche differenti anche in via sperimentale. Si sta viaggiando ad una velocità tale che mi permette di dire che gli obiettivi verranno mantenuti”.
“Il termine inserito nei contratti è il 20 agosto – conclude Protopapa –, Ovviamente teniamo conto dei margini, ma auspichiamo che sia un riferimento mantenuto più che altro perché ci permetterebbe di avviare tutta l’attività venatoria che abbiamo già programmato come Regione con il nuovo calendario. Almeno per la zona fuori dalla recinzione, potremmo attuare tutto quello che è previsto nella programmazione annuale”.