Mele, anche in provincia cresce la raccolta: +5%
Dal Monferrato alla Val Borbera preservando le antiche varietà
Con il caldo al via la raccolta delle mele in Italia con una produzione che, in controtendenza all’andamento generale, è stimata in aumento del 5% rispetto allo scorso anno, per un totale che supera i 2,1 milioni di tonnellate nel 2022 per quello che è il frutto nazionale più consumato nel nostro Paese.
È quanto emerge da un’analisi di Coldiretti su dati Prognosfruit in occasione dell’inizio della raccolta che segna in Piemonte un +20% con 225.000 tonnellate di prodotto.
Prime stime anche in provincia di Alessandria con una produzione che dovrebbe attestarsi sulle percentuali dello scorso anno: 21.600 quintali su 125 ettari, con 1.200 quintali di prodotto destinato alla trasformazione.
Si tratta per lo più di varietà antiche coltivate in Monferrato esempi importanti di tutela della biodiversità come il Pom Marcon, Renetta ruggine, Ciucarina bianca, Limonina, Ciucarin-a Rusa, Carlo Rosso, Grigio Piemonte, Calvin, Gambafina, Piatlin o Ruscai.
Più qualità
«Con le continue ondate di caldo di questa estate rovente e temperature sempre alte anche di notte i frutti rischiano scottature e in più faticano a prendere il classico colore rosso brillante di alcune varietà, soprattutto sugli alberi molto esposti al sole, facendo perdere una delle caratteristiche di scelta per l’acquisto da parte dei consumatori. La siccità e il caldo hanno poi in parte ridotto le dimensioni delle mele rispetto agli anni passati, ma la qualità è invece cresciuta, con frutti più dolci e succosi», ha affermato il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco.
In Val Borbera invece, nei comuni di Albera Ligure, Cabella Ligure, Cantalupo Ligure, Carrega Ligure, Grondona, Mongiardino Ligure, Roccaforte Ligure e Rocchetta Ligure è la mela Carla a farla da padrona: ne sono caratteristiche la pezzatura media piccola, la buccia giallo verde con sovracolore rosso aranciato, la polpa bianca e il sapore dolce.
«Salvaguardare le varietà antiche, e non mi riferisco ovviamente solo alle mele, è fondamentale per non impoverire la scelta a tavola con la rinuncia a determinati sapori e prodotti, per impedire che sparisca un patrimonio importante di biodiversità e quindi parte dell’identità ambientale e culturale del nostro territorio, una vera e propria tradizione che si tramanda di generazione in generazione», ha aggiunto il Direttore Coldiretti Alessandria Roberto Bianco.
Italia seconda in Europa
L’Italia si classifica così al secondo posto tra i paesi produttori dell’Unione Europea dove la produzione è stimata in 12,2 milioni di tonnellate in calo dell’1% rispetto allo scorso anno, con in testa la Polonia con poco meno di 4,5 milioni di tonnellate in crescita del 5%, mentre al terzo posto dietro all’Italia si piazza la Francia con circa 1,5 milioni tonnellate (+6%).
Un patrimonio che va tutelato anche dalla minaccia degli ”insetti alieni”, come la cimice asiatica o la Popillia japonica, insetti che non hanno nemici naturali nel nostro Paese, i cui attacchi sono favoriti dalle alte temperature e dalla loro polifagia, potendosi spostare su numerosi vegetali, coltivati e spontanei.
Un anno difficile
Il 2022 è un anno molto pesante segnato da drammatico aumento dei costi, con punte del +250% legato alle tensioni internazionali con la guerra in Ucraina. Uno tsunami che si è abbattuto sulle aziende agricole con aumenti delle spese che vanno dal +110% per il gasolio fino al +250% dei concimi, ai quali aggiungere imballaggi, etichette e logistica.