Gallo (M5s): «Macché inceneritore, Novi punti sul turismo»
«Commercio, turismo enogastronomico, formazione, sport e cultura troppo spesso non sono stati valorizzati»
NOVI LIGURE — Fabrizio Gallo, 56 anni, già candidato sindaco per il Movimento 5 Stelle, anche se ha rinunciato agli incarichi attivi è rimasto un osservatore attento della politica di Novi Ligure.
— Quali sono le istanze del territorio novese che i parlamentari eletti per il M5s dovranno portare a Roma?
«Purtroppo lo scenario politico-economico nel breve termine fa pensare si sarà in presenza di numerose criticità su vari temi: sociale, sostegno a famiglie, sanità, lavoro e attività produttive. Si dovrà continuare a essere attenti e disponibili all’ascolto, come si è sempre fatto anche senza pubblicizzarlo ma lavorando nel concreto. A parte l’attenzione particolare alle questioni Pernigotti e Ilva, è urgente affrontare le difficoltà che anche localmente stanno incontrando utenti, tecnici e imprese dell’edilizia a seguito di ben 11 diverse norme restrittive sui bonus. Bonus che non vanno uccisi come qualcuno sembrerebbe volere, ma devono essere rivisti e migliorati risolvendone le problematiche per conservarli e renderli strutturali».
— Ad Alessandria governate con il Pd. Qui avete collaborato con il centrosinistra, ad esempio per contrastare l’inceneritore. A livello nazionale però i rapporti si sono incrinati con la caduta del governo. A Novi ci sono ancora possibilità di collaborazione (o addirittura di alleanza) con il centrosinistra?
«Le realtà locali non sempre hanno la stessa lettura della politica nazionale, ma ne possono essere influenzate specialmente in campagna elettorale. Il confronto è sempre utile a prescindere dai soggetti, così come la collaborazione normale quando vi è condivisione su un tema».
— A proposito di inceneritore. Nelle loro interviste, sia il segretario della Lega Edoardo Moncalvo sia quello di Fratelli d’Italia Enzo Baiardo l’hanno indicato tra i punti irrinunciabili del programma del centrodestra. Voi cosa ne pensate?
«I numeri lo dicono chiaramente, sul territorio non serve un inceneritore che per funzionare dovrà ricevere migliaia di camion all’anno di rifiuti provenienti da fuori. E che costerà centinaia di milioni per la costruzione e decine di milioni all’anno per la gestione, Chi li pagherà? Non è che i cittadini troveranno in bolletta oltre i costi per la raccolta anche quelli per l’incenerimento, con aumenti notevoli? Gli unici contenti saranno chi costruirà e gestirà l’impianto e gli amministratori dei territori che manderanno i rifiuti a Novi. Mi viene da pensare che forse siano questi i motivi, non propriamente a favore del territorio novese. Sempre disponibile a confronto sul tema».
— A livello locale, ci saranno conseguenze dopo la scissione di Di Maio?
«Non direi proprio. Non ho sentito nessuno rimpiangerlo, tantomeno decidere di seguirlo».
— Come dovrebbe avvenire la scelta del candidato sindaco del Movimento 5 Stelle? Ci sarà un momento di confronto con gli iscritti?
«È sempre stato così, nel 2014 come nel 2019. Ogni decisione deriva da un confronto con il gruppo».
— Provi a tracciare l’identikit del candidato sindaco ideale per il M5s.
«Attento alle necessità delle persone, empatico, competente e studioso delle problematiche, molto attivo. Se ha già una qualche esperienza politica, meglio!»
— Un punto irrinunciabile del vostro programma per le elezioni comunali?
«Sicuramente l’opposizione all’inceneritore. Come già indicato nei programmi precedenti si dovrà disegnare la Novi del futuro. Commercio, turismo enogastronomico, formazione, sport e cultura troppo spesso non sono stati valorizzati adeguatamente rispetto ad altre realtà mentre ci sarebbe molto da fare».
— Nel 2014 a Novi siete arrivati al ballottaggio “rischiando” di vincere le elezioni. Oggi, almeno stando ai sondaggi, il consenso del M5s è molto diminuito. Cosa è andato storto in questi anni?
«Premesso che i sondaggi sono stati ampiamente smentiti sia nel 2013 che nel 2018 e quindi vanno considerati con estrema attenzione, mi sembra di intuire un trend positivo, vedremo se sarà così ma sono fiducioso. Cosa è andato storto? Qualche errore forse è stato fatto, pur se sempre in buona fede e senza prendere in giro i cittadini. C’è anche da dire che la narrazione fatta dai media e dagli avversari politici, per non dire a volte degli stessi alleati di governo, è sempre stata indirizzata a senso unico nel puntare il dito sul M5s, che comunque pur tra errori e inesperienza era e rimane un soggetto “diverso” dalla politica tradizionale, unica novità apparsa negli anni, che partendo dalla base popolare ha costretto la politica tradizionale a cambiare almeno in parte, riportando al centro temi che erano stati abbandonati o usati solo come slogan elettorali».
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