Novi, Cit dichiarato fallito. I sindacati: «Una doccia fredda»

AGGIORNAMENTO ORE 11.30 — «Rispetteremo la sentenza del tribunale, sebbene sia per noi del tutto inaspettata», dice l’amministratore unico del Cit di Novi Ligure, Silvio Mazzarello. «L’azienda ora entrerà in esercizio provvisorio e il servizio di trasporto non sarà interrotto», spiega Mazzarello. A gestire la società sarà il curatore fallimentare Mario Leonardo Marta, commercialista di Torino, che era già commissario del Cit nella fase del concordato.

NOVI LIGURE — Il tribunale di Alessandria ieri ha dichiarato il fallimento del Cit, l’azienda di trasporto pubblico locale di Novi Ligure. Dalla società finora non è arrivata nessuna comunicazione, ma la notizia viene confermata dai sindacati di categoria, che parlano di una «doccia fredda». Lo scorso aprile, infatti, il giudice aveva dato il via libera al concordato con continuità aziendale: una procedura che aveva fatto tirare un sospiro di sollievo a tutti, perché sembrava aver sancito la salvezza della ditta novese.

Ieri la dichiarazione di insolvenza che ha lasciato tutti spiazzati. «Non capiamo perché il tribunale ha preso questa decisione – dice il segretario provinciale della Filt Cgil Giancarlo Topino – Tutto sembrava andare per il meglio: c’era un concordato in continuità, abbiamo avuto l’ingresso in azienda di un socio privato [la Trotta Bus di Roma; ndr] e il piano di risanamento era stato accettato da tutti i creditori».

I rappresentanti dei lavoratori stanno ancora esaminando le carte: «Nei prossimi giorni avremo un quadro più preciso della situazione. Quel che intanto è certo, purtroppo, è che ancora una volta a farne le spese saranno i dipendenti. In provincia di Alessandria sono fallite praticamente tutte le aziende di trasporto pubblico, è ora che le istituzioni affrontino con decisione il problema».

L’udienza per la verifica dello stato delle passività è in programma il 9 maggio in tribunale ad Alessandria.

Mcm Autotrasporti, voci di chiusura: sciopero per gli stipendi

A Novi Ligure i camionisti della ditta della famiglia Mazzarello hanno incrociato le braccia per chiedere il pagamento degli arretrati