È la frase che legge ogni paziente entrando nel mio studio ad Alessandria.
Perché? Perché il sorriso fa parte degli aspetti relazionali della comunicazione umana e poi perché ridere fa bene alla salute, riducendo gli ormoni dello stress (cortisolo e adrenalina) e aumentando le endorfine.
Il sorriso, inoltre, rispecchia la nostra sicurezza e consapevolezza del sé; è un segno di disponibilità verso l’altro e mai come in questo periodo post Covid, dove le mascherine lo hanno “oscurato”, sentiamo il bisogno di aprirci nuovamente al mondo sfoggiandolo non solo come arma di seduzione, fascino e bellezza, ma anche come strumento di efficacia relazionale.
Il miglioramento del proprio sorriso è uno dei trattamenti odontoiatrici più richiesti fra quelli eseguiti nel mio studio, e i pazienti che si affidano al nostro intervento vengono informati di come sia rivolta una attenzione particolare all’armonia e all’equilibrio tra estetica bianca ed estetica rosa.
Cosa si intende per estetica bianca?
Si intende un sorriso dal colore dei denti uniforme, raggiungibile, per esempio, con uno sbiancamento laser assistito oppure con delle otturazioni o con delle faccette in disilicato di litio che possono modificare, oltre al colore, la forma degli elementi dentari.
Alcuni sorrisi, invece, appaiono disarmonici perché i denti non sono correttamente allineati; in questi casi ci viene in aiuto l’ortodonzia, spesso eseguita con delle mascherine “invisibili” che possono essere indossate con grande comfort da parte del paziente .
E cosa si intende per estetica rosa?
Innanzitutto la salute delle gengive, ovvero il mantenimento di un tessuto non infiammato dall’aspetto definito “a buccia d’arancia” e che, soprattutto in area estetica, segua un andamento festonato con la presenza di piccoli “triangoli rosa” negli spazi interdentali. Ci sono situazioni cliniche in cui questi triangolini rosa possano sparire a causa di patologie infiammatorie del tessuto di sostegno dei denti; prevenire o intercettare la patologia ai primi segni risulta fondamentale per il mantenimento dell’estetica del sorriso.
E quando si è perso tessuto gengivale e il paziente, sorridendo, espone anche la radice del dente? In questo caso la “recessione” gengivale è correggibile (dopo valutazione clinica e radiologica) tramite innesti gengivali prelevati dal palato e riposizionati nel sito di mancanza, ripristinando così l’equilibrio tra la quota bianca e la quota rosa del sorriso.
Ma il sorriso non ha una componente esclusivamente intraorale: il sorriso è la risultante dell’equilibrio tra tessuti orali e periorali (quella intorno alle labbra), ovvero fra labbra e muscoli. Se sorrido sviluppando una forza importante di trazione verso l’alto del labbro superiore, avrò un sorriso definito dagli specialisti “gummy smile”, ovvero il sorriso che scopre le gengive. Per impedire che ciò avvenga si utilizza il botox, che permette una “modulazione” della forza di trazione dei muscoli del labbro superiore e quindi una minore esposizione gengivale.
Un altro caso da manuale in cui occorre intervenire per armonizzare il sorriso è quello di pazienti dalle labbra sottili o che non consentano di coprire completamente la dentatura con la mandibola in posizione di riposo, se non con uno sforzo muscolare.
In posizione di riposo il labbro superiore e inferiore dovrebbero sfiorarsi, ma in alcuni pazienti i denti risultano eccessivamente esposti anche a riposo.
Pure in questo caso ci viene in aiuto la medicina estetica; grazie all’utilizzo dell’acido ialuronico (molecola naturalmente prodotta dal nostro organismo, quindi assolutamente biocompatibile) possiamo ridare alle labbra il volume corretto, in modo da recuperare la loro completa chiusura quando la mandibola è a riposo e mostrare la dentatura solo quando il nostro interlocutore (o un nostro pensiero) ci fa ridere di gusto.
Accade spesso, col passare degli anni, che nella zona periorale si verifichi una perdita di tono dei tessuti del viso aderenti all’arcata dentaria superiore e a quella inferiore. Di nuovo ci affidiamo alla medicina estetica per “tirare su” il sorriso. Oltre all’acido ialuronico si può ricorrere ai fili di biostimolazione o trazione che hanno la funzione di contrastare la forza di gravità.
Anche la biorivitalizzazione è particolarmente indicata nel trattare gli effetti dell’invecchiamento. Si tratta di una tecnica di medicina estetica consistente nell’iniettare nei tessuti interessati una serie di molecole bio-stimolanti: acido ialuronico (in questo caso usato come rivitalizzante e non come riempitivo), sali minerali e vitamine (A, B3, B5, B6, B12, C, E). In questo modo si favorisce la sintesi del collagene l’idratazione in profondità della pelle, ripristinandone l’equilibrio naturale. Questo trattamento risulta molto utile per contrastare l’inestetismo, tanto odiato dalle donne, definito “codice a barre”.
Occorre dunque considerare che il sorriso ha diverse componenti e che si inserisce in un quadro armonico definibile come l’abito del nostro universo interiore . Se è vero che il nostro benessere si manifesta attraverso il sorriso, è pur vero che un miglioramento del sorriso risulta funzionale al nostro benessere, oltre che all’autostima e alla sicurezza di sé.
“Anche se un sorriso può durare un solo istante, nel ricordo può divenire eterno”, scrisse un tale Wilde meritevole dell’Oscar…
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