Boston Marriage: al teatro Marenco liaison e amori al femminile
Il teatro di Novi Ligure ospita un piccolo capolavoro di David Mamet, interpretato da Maria Paiato, Mariangela Granelli e Ludovica D'Auria
NOVI LIGURE — “Boston Marriage” è il nuovo progetto teatrale di Giorgio Sangati che porta sul palco la scrittura di David Mamet. Lo spettacolo che il diciassette marzo ha debuttato a Palermo arriva per la prima volta in Piemonte: andrà in scena questa sera, martedì 4 aprile alle 21.00, al teatro Marenco di Novi Ligure.
Voce tra le più rappresentative della scena americana, Premio Pulitzer 1984 e più volte nominato agli Oscar per le sue sceneggiature cinematografiche, David Mamet ci consegna un piccolo capolavoro teatrale magistralmente interpretato da Maria Paiato, Mariangela Granelli e Ludovica D’Auria.
Stati Uniti, fine Ottocento, un salotto, due dame e una cameriera. Tutto farebbe pensare a una trama convenzionale, un incontro tra amiche un po’ affettate, ma alla forma non corrisponde la sostanza: nella conversazione dal vocabolario ricercato fioccano volgarità e veniamo a sapere che le due dame sono state un tempo una coppia molto affiatata.
L’espressione “Boston Marriage” era in uso nel New England a cavallo tra il XIX e il XX secolo per alludere a una convivenza tra donne economicamente indipendenti da uomini. Viene subito in mente il romanzo “The Bostonians” di Henry James (1886), nel quale l’autore affronta senza censure il tema dell’omosessualità e dipinge l’affresco di una società in bilico tra valori antiquati e spinte progressiste, con particolare attenzione alla condizione femminile.
Dopo la separazione, Anna, la protagonista e padrona di casa, ha trovato un uomo ricco che la mantiene e vorrebbe ora approfittare della protezione di lui per riprendere con sé Claire, appena arrivata in visita. Ma Claire non è lì per quello; è tornata per ben altri motivi e la riconquista si rivelerà molto più complicata del previsto, con colpi di scena rocamboleschi che coinvolgeranno anche la giovane cameriera, ritmando l’opera e donandole una facciata esilarante, quasi di farsa.