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Al teatro Marenco di Novi Ligure l'omaggio a una delle figure chiave per la storia della città
NOVI LIGURE — Domenico Corte è stata una delle figure chiave per la storia della città di Novi Ligure lungo tutto l’arco del Novecento. Come ingegnere, fu protagonista di una intensa stagione di rinnovamento del tessuto urbano. Come filantropo, rappresentò un punto di riferimento importante per la comunità soprattutto in ambito sociosanitario. La vita e le opere di Domenico Corte, scomparso nel 1999, ora sono ricordate in un libro che verrà presentato oggi pomeriggio (ore 17.30) al teatro Marenco di via Girardengo.
“L’ingegner Domenico Corte – Raccolta delle opere” a firma della figlia Stefania è un pregevole volume di grande formato, edito dalla Sagep di Genova, che contiene una panoramica completa sulle opere realizzate e sull’attività professionale svolta da Corte a partire dalla laurea, presso il Politecnico di Torino nel 1933, all’ultimo decennio del Novecento.
Un personaggio poliedrico, amato e stimato che si inserisce con la sua attività di progettista e costruttore tra gli ingegneri che dopo la seconda guerra mondiale hanno ridisegnato l’Italia. Lo studio di famiglia, in via Cavallotti a Novi Ligure, racchiude 154 progetti di edilizia pubblica e privata oltre a circa un centinaio di opere minori e l’archivio, in larga parte digitalizzato, conta circa 900 tavole, 350 disegni oltre a centinaia di foto.
Il libro non è solo una esaustiva raccolta di opere, ma anche l’affettuoso omaggio di una figlia all’intenso lavoro di suo padre. E anche la città di Novi, nel corso degli anni, ha voluto tributare il proprio riconoscimento a Domenico Corte: nel 1988 ad esempio gli venne attribuita la Torre d’Oro (all’epoca alla quarta edizione).
Nato a Novi nel 1904, diceva che una delle sue più grandi fortune era che suo padre, impresario edile, gli aveva insegnato quello che gli è mancato dalla teoria scolastica, adattandosi a qualsiasi lavoro nei cantieri.
Domenico Corte è stato, tra l’altro, socio fondatore nel lontano 1937 del Rotary Club alessandrino, presidente dell’ospedale San Giacomo (anni Sessanta) e della Croce Rossa (a fine anni Ottanta) e vicepresidente dell’Ordine provinciale degli ingegneri. Lavorò molto nell’ambito dell’edilizia sanitaria (suoi i progetti di sei Dispensari in provincia di Alessandria e di due ampliamenti dell’ospedale di Novi, della clinica Trucco e della casa di riposo Don Beniamino).
Poi l’edilizia privata: palazzo Dellepiane in viale Saffi, palazzo Cattaneo in corso Italia, villa Krackmalnicoff (villa Coppi) e villa Valditerra in viale Rimembranza, l’albergo Viaggiatori di corso Marenco (1958) e il cosiddetto palazzo Cral a porta Pozzolo.
Lavorò in diversi progetti di edilizia popolare (le case Ina, Ilva, Siac) e di siti produttivi: sono infatti di sua progettazione il calzificio Morasso (1935) e la pasticceria Traverso (1960) a Gavi, la Bailo e la Carlevaro di Novi, la “Vosa” lungo la strada per Serravalle, la Tessilnovi e il cotonificio Dellepiane di Sassari.
In ambito scolastico, lavorò a più riprese e in più luoghi per la congregazione religiosa delle Figlie di Maria Ausiliatrice: a Mornese (collegio di Santa Maria Mazzarello), a Torino (Istituto e chiesa del Sacro Cuore), ad Agliè (casa di riposo), a Casale Monferrato (scuola magistrale), a Roma (Ateneo Pontificio) e addirittura in Guatemala.
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