Serravalle, il galateo a tavola: il bon ton che non passa di moda
In biblioteca a Serravalle Scrivia l'incontro con Patrizia Ferrando sulle buone maniere durante i pasti
SERRAVALLE SCRIVIA — Oggi alla biblioteca di Serravalle Scrivia, Patrizia Ferrando terrà il secondo dei quattro incontri del ciclo “Le pagine della gentilezza. Il bon ton che non ti aspetti” (gli ultimi due incontri si terranno il 25 agosto e il 22 settembre). Venerdì 7 luglio alle 17.00, si parlerà della tavola: non semplicemente un piano sul quale consumare i pasti, ma un oggetto che riassume il senso della convivialità, quello dell’accoglienza e la ricerca del bello unito al cibo, in un generale senso di cura.
Se apparecchiare bene non è particolarmente difficile, quello di tovaglia, posate, centrotavola e porcellane è anche un mondo ricco di curiosità. Oltre a concorrere ad armonie estetiche – da alcuni definite “architettura da camera” – gli oggetti raccontano storie, che spiegano il perché alcuni utensili siano giunti dalle corti rinascimentali alle case dei “comuni mortali” oggi.
Quali sono le regole del Galateo a tavola, per quanto questo possa sembrare ad alcuni un po’ fuori tempo? Le buone maniere esistono ancora e ci aiutano a stare a nostro agio, a dare una buona impressione di noi durante una cena di gala, all’estero, in ogni occasione con altri – specie se formale – ma, non dimentichiamolo, anche nella routine di tutti i giorni. Ogni gesto ha una motivazione del tutto pratica.
Va detto che, con il tempo, la mise en place e i tipi di servizio sono diventati un po’ meno complessi: tavolate sovraccariche di oggetti non vanno più di moda, in quanto molto più apprezzata una tavola preparata con cura, ma semplice. Il Galateo ci viene in aiuto anche in questo senso: il bon ton prevede, infatti, precise regole da rispettare.
Possono essere applicate con minor rigore in base al tipo di commensali presenti – ad esempio, se ci sono bambini – ma, in ogni caso, ci sono alcuni dettami che gettano le basi per una “tavola gentile”, confortevole, oltre che bella, sulla quale soffermarsi con piacere.
