Perché integrare la nostra dieta con fibra è salutare?
La dieta sbagliata e, molto frequentemente, l’abuso di antibiotici, è spesso causa di uno squilibrio della flora intestinale residente, condizione che vede una crescita eccessiva di batteri “cattivi” nel nostro intestino, responsabile di una varia sintomatologia che si può manifestare con crampi addominali, cattiva digestione, gonfiore e meteorismo.
Il nome corretto di questa condizione è disbiosi a indicare un’alterazione della normale condizione detta di eubiosi. Il perdurare di questa situazione può far propendere verso lo sviluppo di malattie infiammatorie croniche, alterazione persistente della funzionalità intestinale, ma anche tumori e obesità. A questo proposito molti articoli scientifici hanno individuato nel microbiota intestinale un potenziale fattore nella patofisiologia dell’obesità e delle malattie metaboliche a essa correlate.
Le cause
Le cause possibili vedono un potenziamento del sistema endocannabinoide, un sistema neurotrasmettitoriale oressigeno, in grado di aumentare l’appetito e quindi l’assunzione calorica, un alterato funzionamento degli ormoni intestinali implicati nel controllo del ciclo fame-sazietà, un’alterazione dell’assorbimento dei lipidi a livello intestinale e una produzione extra di energia legata a processi fermentativi.
La popolazione che risiede nel nostro intestino è una sorta di impronta digitale per ciascuno di noi e quindi caratterizza il singolo individuo: la colonizzazione inizia durante la discesa lungo il canale del parto e prosegue per tutta la vita acquisendo caratteristiche specifiche in base a fattori genetici e ambientali. La biomassa che costituisce il microbiota umano è numericamente enorme, circa 10 volte il numero delle cellule dell’organismo e comprende in massima parte batteri, presenti con almeno 500-1000 specie differenti, ma anche virus e funghi.
Si tratta di organismi simbionti, cioè organismi che ricevono da noi un supporto trofico derivante da residui di cibo non digerito e, per contro, producono un gran numero di sostanze fisiologicamente attive che, immesse nel torrente ematico, svolgono un ruolo benefico nell’organismo. Per esempio, producono acidi grassi a corta catena (SCFA), molecole validissime nel mantenimento degli enterociti della mucosa intestinale, sintetizzano vitamine, rilasciano molecole a funzione antiinfiammatoria e antiossidante.
Quali sono le funzioni di un microbiota sano?
Un microbiota integro ci permette di intervenire sui polisaccaridi che non siamo in grado di digerire, che costituiscono la cosiddetta fibra alimentare, fermentandoli e producendo SCFA e molecole funzionalmente attive, mantiene integro l’epitelio intestinale, produce in parte micronutrienti quali la vitamina K e facilita l’assorbimento di calcio, di magnesio e di ferro.
Una funzione basilare è quella di costituire una prima linea di resistenza contro la colonizzazione da parte di microorganismi patogeni, competendo per la disponibilità di sostanze nutritive e trofiche. Il microbiota regola la risposta immunitaria locale promuovendo lo sviluppo e la responsività del tessuto linfoide associato all’intestino (GALT). Questo solo per delineare in maniera semplicistica le funzioni di questo ecosistema che alberga nel nostro tratto digerente, considerazione da cui possiamo facilmente desumere come una disbiosi possa pesantemente impattare sul benessere dell’organismo.
Come aiutare il nostro microbiota a mantenersi sano?
Sono ormai diversi anni che si raccomanda l’inserimento nella dieta di prebiotici, cioè di sostanze presenti negli alimenti e, in particolare, in frutta e verdura che non siamo in grado di digerire e che possono promuovere la crescita di specie batteriche utili al mantenimento della microflora residente. Caratteristiche dei prebiotici sono la capacità di arrivare all’intestino ancora integri e non decomposti, non devono essere assorbiti nel tratto intestinale e, naturalmente, non devono essere tossici. Sono abbondanti in frutta e verdura e nei prodotti integrali e comprendono oligosaccaridi, fra cui in particolare i fruttooligosaccaridi (FOS), fra cui l’inulina di mele, carciofi, porri, cipolle, è uno dei più noti. Naturalmente, come già detto in altre occasioni, non vale il detto “se poco fa bene, tanto fa meglio”. L’eccesso di fibra e di prodotti non digeribili può provocare infatti disturbi intestinali quali gonfiore, pesantezza e meteorismo.
Molto spesso i prebiotici sono associati ai probiotici, cioè a microrganismi vivi, fra cui Bifidobatteri e Lattobacilli, che assumiamo con yogurt e cibi fermentati e aiutano il microbiota endogeno a contrastare l’azione di organismi potenzialmente patogeni. Una buona dieta vede quindi l’impiego di prebiotici e probiotici in associazione, allo scopo di mantenere in buona salute e funzionale la popolazione di microrganismi con cui conviviamo e che rappresenta un caposaldo nell’omeostasi corporea.