Montecastello e i Pfas: iniziato il monitoraggio, è una data storica
Eseguiti i primi prelievi. Ne parlano il sindaco Gianluca Penna, il professor Dondero e l’epidemiologa Bertolotti
Il primo cittadino afferma come, alla richiesta di chiarimenti, ci sia stata solo retorica e sottovalutazione del problema da parte dell'azienda
MONTECASTELLO – La rotonda ‘Solvay’ inaugurata domenica a Spinetta, proprio di fronte al polo chimico, continua a far discutere.
Il sindaco di Montecastello, Gianluca Penna, prende posizione e spiega in un post sui social il suo pensiero: “A proposito della rotonda cosiddetta ‘Solvay’, rappresentante un ‘incontro con la comunità alessandrina’ come è stata definita dall’azienda, anche noi montecastellesi ci sentiamo parte di tale comunità… In questi ultimi anni, senza rivangare la situazione creatasi – continua il primo cittadino di Montecastello – mai abbiamo avuto sensazioni di una ricerca di dialogo o chiarimento da parte della società stessa. Anzi… Alla richiesta di chiarimenti in merito, solo retorica e sottovalutazione del problema. Già, siamo una piccola realtà grande come un condomino (cit.). Ma ci pensa la Regione…”.
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Lo sfogo di Gianluca Penna è chiaro. Una percezione di vicinanza dell’azienda alla comunità che si è vista prima chiudere il pozzo di acqua potabile perché al suo interno era stato trovato il Pfas cC6O4, sostanza che poi è stata rilevata anche nell’aria come indicato dalla stazione di monitoraggio di Arpa installata solo a fine ottobre 2022, non c’è proprio stata.
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Il sindaco Penna, grazie alla sua volontà e determinazione, è riuscito ad entrare nel progetto europeo Scenarios che sta studiando la sua popolazione dopo l’esposizione ai Pfas, ma attende ancora una risposta dalla Regione dopo l’ultimo incontro organizzato col Comune di Alessandria (a cui hanno partecipato Asl, Arpa e Provincia).
Asl ha però ribadito agli amministratori che il ruolo di coordinamento scientifico e procedurale è in capo alla Regione. Così, ha scritto al suo superiore in grado.
Sembra, però, che la lettera inviata da Asl Al alla Regione Piemonte sia finita in qualche cassetto (a Torino) in attesa di risposte. Si chiedeva un incontro per ricevere disposizioni per prosecuzione del progetto di biomonitoraggio integrato area Spinetta Marengo-Alessandria; gli atti necessari per l’avvio di un biomonitoraggio preliminare indirizzato ad una coorte di cittadini residenti vicino allo stabilimento e potenzialmente esposti a Pfas a seguito di autoconsumo di uova e vegetali; la finalizzazione del documento da inviare ai medici di famiglia contenenti le indicazioni circa l’esposizione a Pfas nell’area di Spinetta.
La missiva è stata inviata al dottor Bartolomeo Griglio, della direzione regionale sanità, da Asl dopo l’incontro del 18 luglio ad Alessandria. Ma, a quel che sembra, in Regione tutto tace. Perché?
Il vero problema delle comunità interessate è la continua esposizione agli inquinanti.