Carrega, a passo di danza con i suoni delle Quattro Province
Nell'ambito del festival Appennino Futuro Remoto
CARREGA LIGURE — Appennino Futuro Remoto, il festival itinerante di musiche, luoghi e tradizioni, continua il suo viaggio per accompagnare sempre più persone a scoprire, conoscere e vivere un territorio bellissimo, quello dell’alta Val Borbera, con una nuova tappa del progetto che sta raccogliendo tanti consensi.
Domenica 17 settembre a Capanne di Carrega, con “Suoni di Passi”, andrà in scena una giornata dedicata alle danze delle 4 province di un territorio che abbraccia Piemonte (AL), Liguria (GE), Emilia-Romagna (PC) e Lombardia (PV), attraversato fin dall’antichità da importanti rotte commerciali tra cui la Via del Sale, da sempre stato teatro di intensi scambi di merci, culture e popoli. Tra i motivi per cui territori apparentemente lontani e divisi geograficamente possono vantare tradizioni e costumi simili c’è sicuramente l’affinità nelle musiche e nelle danze che animavano i momenti di festa dei paesi.
Presso l’agriturismo Capanne di Carrega, unico nucleo abitativo di questa frazione che arrivando da Genova è la prima a trovarsi in provincia di Alessandria (per raggiungere Capanne di Carrega, a causa della presenza di una frana sulla SP 147, si deve percorrere la viabilità ligure lungo la SP 16), dal mattino alle 10,30 ci si potrà cimentare con i passi delle danze delle 4 province guidati da Stefano Valla e Daniele Scurati, tra i rappresentanti più accreditati del genere con un’attività che li vede impegnati in questo ambito da più di trent’anni con stage e concerti in Italia ed Europa.
I passi “di giga”
Questi balli si basano sul particolare passo detto “di giga”, che ritroviamo nella maggior parte dei balli che prendono poi conformazioni e nomi diversi, con variazioni sullo stile di danza a seconda della valle e talvolta anche del paese. Attualmente, le danze antiche sopravvissute nel territorio carreghino sono la “piana”, la “monferrina”, l’”alessandrina”, il “perigordino”, la “giga a quattro” e la “povera donna”, ognuna con le proprie variazioni locali.
Caratteristiche che potranno essere approfondite partecipando allo stage ma anche nel pomeriggio, quando al suono di piffero e fisarmonica avrà luogo il concerto che riprenderà l’antica tradizione del “ballo a Capanne” la terza domenica di settembre. Il tutto dopo aver pranzato con ottimo cibo, davanti a panorami mozzafiato.
Una bella tradizione
“Siamo molto soddisfatti di poter riprendere una tradizione che non era mai scemata ma che con la pandemia ha avuto un arresto forzato – spiega il sindaco Luca Silvestri -. L’agriturismo di Capanne è stato inserito nel progetto AFR anche come esempio unico dell’antica pratica della pastorizia portata avanti da un nucleo familiare in cui lavorano anche i figli, che stanno seguendo le orme dei genitori facendo quindi ben sperare in previsione di uno degli obiettivi principali di Appennino Futuro Remoto. L’impiego di forze giovani, in questo caso giovanissime in un territorio bello e ricco come il nostro ma che ha bisogno di più attenzione, è fondamentale. Il nostro impegno è grande e ci auguriamo che la visibilità che ci sta dando il festival porti i frutti sperati”.