Acciaierie d’Italia senza risposte. Oggi manifestazione a Novi
Nulla di fatto dall'assemblea dei soci di AdI, ieri a Milano. La riunione è stata aggiornata a martedì
NOVI LIGURE — Nulla di fatto ieri all’assemblea dei soci di Acciaierie d’Italia: la riunione del gruppo che è subentrato all’Ilva nella gestione degli stabilimenti di Taranto, Genova e Novi Ligure è stata aggiornata a martedì prossimo, 28 novembre. I sindacati si aspettavano un qualche tipo di decisione sul rilancio dell’azienda, che invece non è arrivata.
Davanti alla sede di AdI, in viale Certosa a Milano, ieri Fiom, Fim e Uilm hanno dato vita a un presidio a cui hanno partecipato anche diversi rappresentanti dei lavoratori novesi.
L’obiettivo era sollecitare risposte concrete: l’ex Ilva naviga in acque molto agitate e avrebbe bisogno di una massiccia iniezione di liquidità, anche per fare fronte alle esigenze più immediate, come la fornitura di gas. Arcelor Mittal – che con il 62 per cento delle quote ha la maggioranza di Acciaierie d’Italia – finora si è esposta. Invitalia, la società pubblica espressione del ministero dell’Economia che detiene il restante 38 per cento, attende le mosse del socio privato.
Piano miliardario
Secondo indiscrezioni, il piano industriale di cui l’assemblea di AdI sta discutendo, prevederebbe investimenti per 4,62 miliardi di euro. Di questi, 2,27 miliardi sarebbero a carico dello Stato. I restanti 2,37 miliardi dovrebbero essere a carico di Arcelor Mittal che però, al momento, non intenderebbe compartecipare alla spesa. Congelate intanto le dimissioni del presidente di AdI Franco Bernabé.
I lavoratori chiedono che il Governo prenda in mano la situazione e faccia uscire il gruppo siderurgico dallo stallo. «Serve una decisione perché 20 mila lavoratori non possono rimanere in una posizione di incertezza», dicono dalla Fiom Cgil.
Per il segretario nazionale Uilm Rocco Palombella, che questa mattina sarà a Novi per partecipare alla manifestazione di Cgil e Uil, «si è superato qualsiasi limite ed è prevalsa l’irresponsabilità. Martedì prossimo si consumerà l’ennesimo atto di una commedia che va avanti da mesi, è una farsa».
Audizione alla Camera
L’altro ieri i sindacati sono stati ascoltati anche dalla commissione Attività produttive della Camera. «C’è il rischio sempre più concreto di cessazione, altro che di transizione green degli stabilimenti di Acciaierie d’Italia. L’obiettivo di 6 milioni di tonnellate è ampiamente disatteso, assistiamo a una progressiva riduzione della produzione che potrebbe portare a realizzare meno di 3 milioni di tonnellate di acciaio. La mancanza di liquidità rischia di far fermare definitivamente gli impianti. Chiediamo l’intervento del Governo per porre fine a una situazione che sta conducendo Acciaierie d’Italia e la siderurgia italiana a un punto di non ritorno», ha detto Michele De Palma, segretario nazionale Fiom Cgil.
E poi c’è il problema della sicurezza: «Una parte consistente dei lavoratori che dovrebbero occuparsi delle manutenzioni ordinarie e straordinarie degli impianti sono in cassa integrazione. Si determinano, pertanto, rischi quotidiani per la salute e la sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori e per l’ambiente», ha concluso De Palma.
La manifestazione di oggi
La manifestazione di oggi, indetta da Cgil e Uil, riguarda in realtà lo sciopero nazionale indetto dai due sindacati. In segno di vicinanza agli operai dell’ex Ilva, però, è stato deciso di far partire dallo stabilimento di Novi un corteo che si concluderà ai giardini pubblici di viale Saffi con l’intervento del leader Uilm Palombella e del segretario regionale Cgil Giorgio Airaudo.
Il ritrovo si terrà alle 8.30 presso il piazzale dello stabilimento di Acciaierie d’Italia. Da lì, il corteo si muoverà verso i giardini Garibaldi (passando per strada Boscomarengo, via Pietro Isola, via Crispi, via Amendola, via Cavallotti e via Baiardi) dove ci saranno gli interventi del sindaco Rocchino Muliere, dei rappresentanti dei sindacati di categoria Fiom, Feneal, Filctem, Uiltucs, Filt, Uila e Spi e infine di Palombella e Airaudo.
Loris Scarpa, coordinatore nazionale Fiom Cgil