CDS-Casa della Salute, l’azienda sanitaria attiva in Piemonte e Liguria con 26 centri, è presente anche ad Alessandria (via Bonardi 25) e ad Arquata Scrivia (via Moriassi, località Le Vaie) con due poliambulatori, proponendo ai cittadini il proprio modello di sanità. Uno standard che coniuga le tecnologie all’avanguardia e il talento di medici di grande esperienza a tempi di attesa brevi, alta qualità e costi accessibili. Oggi parliamo di salute e prevenzione senologica con il Dott. Mauro Dulbecco, specializzato in Radiodiagnostica, attivo nei centri CDS di Arquata Scrivia e Alessandria dove è possibile effettuare differenti screening mammografici (es. mammografia + ecografia mammaria a 110 euro).
Il tumore al seno colpisce 1 donna su 8. Dott. Dulbecco, quanto è importante la prevenzione per questa patologia?
È fondamentale e per renderlo evidente vorrei partire dai dati: oggi, il tumore della mammella rappresenta il 30,3% di tutte le neoplasie che colpiscono le donne in Italia. Si tratta di un dato importante che risulta in leggera crescita, soprattutto per quanto riguarda i soggetti giovani. Grazie alla diagnosi precoce e al miglioramento delle terapie, però, l’87% delle pazienti guarisce. Questo aspetto racconta l’importanza della diagnosi precoce, ancora di più se eseguita in una fase non avanzata della malattia.
Quando si parla di prevenzione spesso si fa riferimento a quella primaria, che possiamo attuare con uno stile di vita corretto, e quella secondaria che riguarda, invece, gli esami diagnostici. In merito alla prima, quali sono i comportamenti che possono essere considerati fattori di rischio?
Come accade per altri tumori, anche per questa tipologia di neoplasia, accanto a fattori ambientali, associati allo stile di vita e quindi modificabili, si devono porre quelli onco-genetici individuali. Si tratta della cosiddetta predisposizione genetica.
Nel 5-10% dei casi, infatti, il tumore della mammella è associato a una mutazione genetica ereditaria e presente in due geni: il BRCA1 e il BRCA2. Questi rendono la donna maggiormente predisposta allo sviluppo non solo del cancro al seno ma anche di quello dell’ovaio. Per questo motivo, coloro che all’interno della famiglia presentano individui che abbiano contratto questa forma tumorale – ad esempio, la madre, la sorella, la zia, ecc. –, soprattutto se insorto in giovane età, dovrebbero prestare particolare attenzione ed eseguire esami di screening con cadenza periodica.
Al contrario dei fattori onco-genetici, quelli ambientali e comportamentali possono essere modificati e quindi prevenibili. Tra questi sono presenti, ad esempio, condizioni di sovrappeso e obesità associati a una dieta ricca di grassi e zuccheri e povera di frutta e verdura, l’abuso di alcool e il fumo.
Infine, non è trascurabile l’uso, o meglio l’abuso, di contraccettivi orali e di alcune terapie ormonali utilizzate in menopausa per contrastarne la sintomatologia.
Quali sono i sintomi ai quali ogni donna dovrebbe prestare attenzione?
Tra i sintomi più comuni che possono far sospettare la presenza di un tumore al seno sono sicuramente presenti i noduli mammari così come la retrazione della pelle e i cambiamenti della dimensione e della forma del seno. Anche eventuali tumefazioni ascellari, alterazioni del capezzolo come arrossamenti o desquamazioni e secrezioni di siero ematiche possono rappresentare campanelli di allarme da non sottovalutare e che devono indurre a recarsi da uno specialista per approfondire il proprio quadro clinico.
CDS dota i propri centri di tecnologie all’avanguardia: che ruolo ricopre oggi la tecnologia per la prevenzione del tumore al seno in termini diagnostici?
La tecnologia ricopre un ruolo fondamentale per la prevenzione di qualsiasi tipologia di neoplasia e ancora di più nel caso del tumore al seno, soprattutto in relazione alla frequente assenza di sintomatologie evidenti. In questo senso, sicuramente, la Tomosintesi rappresenta una delle strumentazioni maggiormente all’avanguardia.
Si tratta di una mammografia a raggi X e tridimensionale-3D che riduce e/o elimina l’effetto di sovrapposizione dei tessuti tipica delle tecnica 2D. Questo esame diagnostico consente, quindi, di acquisire immagini della mammella ad alta risoluzione da differenti angolazioni e di ricreare successivamente una ricostruzione di singoli strati.
A volte si cade nell’errore di pensare che una donna, in quanto giovane, abbia meno probabilità di sviluppare il cancro al seno e che quindi non debba effettuare esami di controllo. È davvero così?
No, come abbiamo accennato in precedenza il tasso di malattia in donne giovani è in aumento. Per questo motivo, già a partire dai 30 anni di età è consigliabile eseguire una ecografia mammaria con cadenza annuale. Si tratta di un esame non invasivo che consente di individuare eventuali formazioni all’interno del seno, distinguendo quelle a contenuto liquido da quelle a contenuto solido.
La mammografia, che può eventualmente essere combinata all’ecografia senologica, è raccomandata dal compimento dei 40 anni. È una indagine basilare per la diagnosi precoce del tumore della mammella, permettendo di indentificare anche lesioni di piccole dimensioni.
Ci tengo, però, a sottolineare nuovamente l’importanza dell’autopalpazione e di eseguire visite specialistiche periodiche non solo in ambito senologico ma anche correlate al benessere complessivo della donna come, ad esempio, quelle ginecologiche.
Abbiamo affrontato il tema della prevenzione al seno in ambito femminile. È corretto affermare che questa forma tumorale può colpire anche gli uomini?
Il carcinoma della mammella maschile è un tumore raro: il tasso di incidenza in Italia e nel mondo occidentale è di circa un caso su 100.000. Tuttavia, negli ultimi anni l’incidenza è apparsa essere in aumento, colpendo sempre più spesso uomini con meno di 45 anni. La causa più frequente per la quale un uomo viene indirizzato dal senologo, tuttavia, è la ginecomastia, una patologia che causa l’ingrossamento, per cause non cancerogene, del tessuto mammario.
Può interessare entrambe le mammelle o manifestarsi in modo asimmetrico e non sempre è associata al dolore. Si tratta di una malattia causata da uno squilibrio della quantità di testosterone presente rispetto agli estrogeni. Tra le cause della sua insorgenza sono presenti, ad esempio, cambiamenti ormonali naturali, condizioni di salute che ne influenzano il normale equilibrio come, ad esempio, i tumori testicolari o l’ipogonadismo, l’uso di alcuni farmaci e l’abuso di sostante stupefacenti e di alcool.