Il tiro a volo dei valenzani nel Novecento
Un nuovo approfondimento sulla storia della Città del Gioiello
VALENZA – Il tiro a volo è uno sport che consiste nel colpire un bersaglio chiamato piattello. In passato, si suddivideva in due categorie, il tiro al piccione e il tiro al piattello, ma oggi esiste solo il tiro al piattello, essendo il tiro al piccione vietato.
Già nei primi anni del Novecento a Valenza si tengono gare di tiro piuttosto spettacolari. L’Unione Cooperativa Cacciatori Valenzani organizza diverse sfide, specialmente tra i molti soci. La disciplina praticata è il tiro a bersaglio artificiale per praticità e costi (bottiglie, palloncini, piccoli piatti) e al piattello, anche se il piccione o altri volatili restano il bersaglio preferito. Oggi, per noi, sarebbe facile scandalizzarsi e provare disgusto per una crudeltà simile.
In epoca fascista, si spara molto a bersaglio fisso (a segno) nel poligono militare nei pressi del cimitero, località “Tiro a segno”. Nel 1927 la federazione nazionale assume la denominazione di FITAV (Federazione italiana tiro a volo) e si comincia a sparare ufficialmente anche al piattello. Finiti gli stenti degli esordi, si procede piuttosto bene, ma l’ottimismo eccessivo e la smisurata vanità diventano talvolta anche arroganza parodistica.
Dopo i troppi spari subiti nel periodo bellico, al termine del conflitto si continua a utilizzare il poligono per esercitazioni di tiro, tra cui prevale sempre quello al volo, principalmente praticato da cacciatori locali. Si inizia prima timidamente, poi con crescente successo e maggiori consensi, finché, nei primi anni Cinquanta, viene costituita la Società Tiro al Volo Valenza. Il campo gare viene dotato di una macchina lancia piattelli a comando manuale “la diavola rossa”, capace di lanciare il bersaglio in direzioni diverse. La macchina è considerata un’ottima attrezzatura per l’epoca, nonostante un operatore debba occuparsi manualmente del carico e dello sgancio del piattello, ma la passione e l’entusiasmo sono più forti di tutto e ciò passa in secondo piano.
Il numero degli associati al club supera in poco tempo la cinquantina. La gestione del campo è nelle mani dall’armiere Carlo Pasino, persona determinata e concreta, e l’attività, guidata da interessi economici, comprende anche l’organizzazione di diverse competizioni, riservate alle due categorie in vigore: cacciatori e tiratori.
Le prime gare con rientro sono a 5 piattelli con carica manuale, ma, in poco tempo, quando scompaiono certe ristrettezze, si passa a 10, sempre a carica manuale, e infine, con la macchina lanciapiattelli, a 15. Negli anni Sessanta, nella buca di lancio sono ormai installate 5 macchine lanciapiattelli che compiono il lancio direzionale a comando manuale.
In questi anni, si succedono alla presidenza della società Guido Rota, Ezio Deambrogi, Giovanni (Nino) Battezzato, mentre tra i partecipanti più assidui alle gare e validi tiratori ci sono Walter Zanutto, Giancarlo Emanuelli, Giuseppe Chiappone, Remo Milanese, Cesare Oddone, i fratelli Pasetti ed Ennio Lenti; quest’ultimo è il più abile e il più decorato: conquista il titolo di campione italiano di Tiro al volo Enal e giungerà alla soglia della nazionale. Soci e appassionati che onorano la disciplina sono anche Ugo Pozzi, Pietro Mensi, Pietro Cresta, Renzo Amisano ed altri. L’unica esponente femminile valenzana che pratica assiduamente la disciplina è Dirce Repossi, più avanti anche un’abile golfista.
Alla fine degli anni Sessanta, l’attività viene interrotta: troppo oneroso e gravoso l’impegno per i pochi responsabili, ma forse qualcuno dovrebbe recitare a testa bassa: “Mea culpa, mea maxima culpa”. Chiuso baracca e burattini, la passione viene soddisfatta su campi di altre località, finché, verso la metà degli anni Settanta, svegliandosi dal torpore in cui era ormai avvolta localmente questa specialità, l’armiere Giuseppe Lenti, titolare del negozio in via Cavour, realizza un nuovo campo gare lungo la strada Valenza–Bassignana, nel Comune di Pecetto, luogo in cui è tuttora localizzato il TAV Pecetto. Tutto il passato è alle spalle: e non certo perché tutti i problemi siano stati risolti. Alla gestione di questo primo monocampo con lanciapiattelli provvedono lo stesso Lenti e Alberto Guerci, ma, dopo pochi anni, gli stessi cedono il tutto all’altro armiere valenzano Romeo Maragno, che trasforma la fossa a 5 in olimpica a 15 macchine. Le gestioni Lenti-Maragno, pur con grandi sacrifici, riescono a superare le difficoltà finanziarie e a creare le fondamenta di quello che sarà il glorioso Tiro a Volo Valenza.
Nel 1979 il consiglio della società è composto dal presidente-proprietario Romeo Maragno, dai vice presidenti Bruno Ferrari e Giovanni Battista, dal segretario Mario Cardini e dai consiglieri Delio Amisano, Angelo Baio, Piero Gardini, Nilo Repossi e Walter Zanutto, ma i soci fondatori, consacrati più tardi, sono Adriano Battezzato, Angelo Zunino, Franco Natta e Gaetano Balladore. Contemporaneamente, s’intensifica la pratica sportiva e si organizzano diverse gare, ma l’annata 1979 è decisiva anche per consolidare alla società il possesso della struttura. Il consigliere Baio acquista il terreno, finora in affitto, lasciandolo in uso alla società sportiva, che compra l’intera struttura dal Maragno, mediante un finanziamento dei consiglieri, per l’importo globale di 25 milioni di lire. Alla presidenza della società viene eletto Bruno Ferrari, che subentra a Maragno dimissionario, e alla vice presidenza, nel gennaio 1980, è nominato Giovanni Battista. Nuovo gestore dell’impianto è Marcello Benedetti, sostituito da Roberto Paluello nel 1982.
Nel settembre del 1983, Ferrari, un convinto assertore del tiro a volo inteso come sport alla portata di tutti, decide di abbandonare la carica; alla presidenza viene eletto Giovanni Battista, con vice presidente Angelo Baio. Ben presto, è costruito un secondo campo olimpionico a 15 macchine e l’impianto acquisisce così il titolo di “bicampo olimpionico”. Il bilancio annuale della società è consistente: si aggira intorno ai 60 milioni di lire. L’attività della dirigenza è tesa alla sistemazione dell’impianto nel migliore dei modi, per ottenere il favore dei giocatori.
Da tempo il dilemma, sempre all’ordine del giorno, è la costruzione di un secondo campo di fossa olimpionica; nel 1983, senza cedimenti, il progetto viene formalizzato e infine realizzato. Nel maggio del 1985, di fronte alle autorità, si tiene la cerimonia d’inaugurazione del nuovo impianto, di massimo rilievo.
Scaduto il quadriennio olimpico, nel febbraio 1985 si forma il nuovo consiglio. I 75 votanti eleggono Adriano Battezzato, Gaetano Balladore, Angelo Baio, Angelo Zunino, Bruno Ferrari, Nilo Repossi, Piero Gandini, Delio Amisano e Emilio Mottaran, che scomparirà poco dopo e verrà sostituito da Amilcare Grassi; questi, all’unanimità nominano presidente della società Angelo Baio, affiancato dai vice Adriano Battezzato e Gaetano Balladore, poi sostituito da Giancarlo Cassalo. Con competenza ed efficacia, Baio diventerà una figura carismatica che scriverà pagine importanti nella storia del Club. L’ancora giovane società, gestita finora senza troppe ambizioni, possiede ora un impianto con due fosse olimpiche, che viene considerato il secondo campo di tiro a volo della regione dopo il quadricampo di Orbassano. Il tutto è stato reso possibile dall’entusiasmo, dalla caparbietà e dal costante impegno, anche finanziario, del gruppo dirigente e da qualche benemerito socio. Sul campo di strada Bassignana, durante tutto l’anno e senza interruzioni, si alternano gli appassionati di questo sport, che non è ancora sufficientemente conosciuto dalla gente comune.
Un vistoso successo continua a ottenere il trofeo annuale Città dell’oro, la cui prima edizione si è svolta nel 1982 e il cui ricavato viene devoluto ogni anno all’Associazione Italiana per la ricerca sul Cancro. I partecipanti alle gare, che si disputano ogni domenica al campo, sfiorano il centinaio e in alcune occasioni lo superano, rendendo difficile la conclusione della sfida a causa dell’oscurità che sopraggiunge prima del termine. Qui convergono persone dalle regioni limitrofe e non solo e le gare sono riservate generalmente alla seconda e terza categoria, ma anche con premi di maggioranza per la prima.
All’inizio del 1986 viene approvato il nuovo statuto della Società Sportiva Tiro a Volo Valenza, che è inserita, per meriti acquisiti, nella prestigiosa seconda categoria nazionale. Nel 1989 viene rinnovato il consiglio e le cariche per il nuovo quadriennio. Alla presidenza è riconfermato Baio e alla vice presidenza Battezzato e Grassi. Gli altri consiglieri sono i seguenti: Repossi, Amisano, Gardini, Cassalo, Ferrari, Derizio, Forsinetti e il medico Franco Scarabelli, un assiduo frequentatore che riuscirà ad accedere alla categoria extra. La società vive una fase esuberante e creativa.
Il 1991 è l’anno del salto di qualità, poiché dopo anni di parole si è arrivati alla decisione: vengono costruiti due nuovi campi fossa olimpionica, mentre i due vecchi campi sono spostati per essere tutti allineati. Ognuno dei due nuovi campi viene dotato di 15 macchine lanciapiattelli e in uno di questi è installato un moderno impianto skeet, per una spesa globale che supera i 50 milioni di lire. L’inaugurazione si effettua con la Coppa Piana il 1° aprile 1991, il cui monte premi raggiunge i 25 milioni di lire. Con un impianto di primazia così compiuto, la società viene inserita nella prima categoria, entrando, così, nell’élite del tiro a volo nazionale.
Negli anni successivi, le varie squadre valenzane ottengono diversi significativi piazzamenti nel campionato italiano: nel 1985, secondo posto al campionato italiano di 2ª categoria con Stanchi, Cassalo, Bollo, Battezzato, Grassi e Zunino; nel 1991, a Montecatini, terzi con Battezzato, Benedini, Aceto, Stanchi e Maroli; nel 1992, a Casalecchio di Reno, il gruppo valenzano si laurea Campione d’Italia di 2ª categoria con Battezzato, Grassi, Aceto, Isotton, Leva e Maroli; nel 1993, ancora piazza d’onore per Giovanetti, Battezzato, Lavagetti, Isotton, Maroli e Tinelli. Ma l’atleta, ossequiato e irriducibile, che più onora Valenza e la sua Società di Tiro a Volo è Adriano Battezzato. Egli, sin dai primi anni Ottanta è inserito nel gruppo dirigente e pratica questo sport con risultati strepitosi, sino a vincere, nel 1991, con la squadra nazionale italiana, la prova di Coppa del Mondo a Brno, in Repubblica Ceka. Dal 1984 al 2002, Battezzato, è incluso nella categoria “Eccellenza” che comprende i migliori tiratori italiani.
Nei primi anni Novanta il consiglio direttivo è formato dal presidente Angelo Baio, dai vice presidenti Adriano Battezzato e Piero Gardini e dai consiglieri Cassalo, Ferrari, Lavagetti, Maroli, Penna, Repossi e Scarabelli. Ma nella dirigenza l’armonia si sta deteriorando, qualcuno sembra remare contro nell’ombra, i mugugni hanno sostituito i sorrisi, fino a che, nel 1995, tutto viene sovvertito tra tante difficoltà.
A presiedere la società ritorna Bruno Ferrari e, grazie al suo impegno e alle sue capacità, inizia un lungo periodo di migliorie al campo e di pianificazione della società; anche se nello sport la tendenza a ripetere certi errori è sempre forte, come accade con alcune operazioni economiche avventate e qualche intervento non solo inutile ma dannoso. Ferrari, quotidianamente in prima linea, verrà rieletto alla scadenza quadriennale sino alla scomparsa del club: risulterà il dirigente più longevo e rappresentativo di questa società sportiva che annaspa in una crisi economica e sociale e sta andando tra mille difficoltà verso la disintegrazione. La cronaca di questi anni evidenzia anche la presenza nella dirigenza di Giampiero Conti, Gaetano Balladore, Carletto Cervetti e Rossella Conti; quest’ultima, bravissima tiratrice valenzana cresciuta in questa società, riesce a conseguire risultati prestigiosi. Ma tutto s’invola e troppo presto, con lo sgretolamento numerico, si disperde nel vuoto. Nella realtà, qualunque cosa si faccia, il sodalizio non è in grado di stare al passo con le esigenze dei tempi.
Purtroppo, mala tempora currunt, nel 2006, con delusione di alcuni e sollievo per altri pallidi epigoni a cui pare non importare granché, l’impianto passerà di mano e la società valenzana, caricata di gravami e un po’ tinta di giallo, cesserà di esistere; nascerà così, nel 2007, l’Ads Tiro a Volo Pecetto che conduce tuttora l’attività.
Scarsa sarà la memoria storica, solo lasciti rituali e nostalgia del tempo andato.
Società Sportiva Tiro A Volo Valenza – Campione Sociale
1980 F. Scarabelli – 1981 A. Battezzato – 1982 G. Balladore – 1983 A. Zunino – 1984 G. Balladore – 1985 A. Battezzato – 1986 V. Lavagno – 1987 V. Lavagno – 1988 G.P. Canonico – 1989 G.P. Canonico – 1990 A. Battezzato – 1991 M. Melone – 1992 D. Aceto – 1993 G. Ravera – 1994 D. Aceto -1995 G. Ravera -1996 L. Montagna – 1997 P. Donato – 1998 A. Battezzato -1999 L. Montagna – 2000 R. Viganò- 2001 B. Giovanetti – 2002 F. Pittaluga – 2003 R. Viganò -2004 G. Pellielo – 2005 R. Viganò – 2006 R. Viganò
Albo d’oro “Trofeo Città dell’oro” sino al 1993
1983 A.Battezzato – 1984 A. Severgnini – 1985 A.A. Giani – 1986 S. Rieder – 1987 G. Grondona – 1988 F. Aimo – 1989 M. Valcalda – 1990 G. Pellielo – 1991 S. Sparti – 1992 G. Pellielo – 1993 G. Ravera
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