Due passati artisti locali da apprezzare: Luigi Melchiorre ed Enrico Goretta
Un nuovo approfondimento del professor Maggiora
VALENZA – Luigi Melchiorre è un noto scultore nato a Valenza il 16 maggio 1859, all’interno di una famosa famiglia locale. Molto citato e celebrato, le sue opere sono passate molte volte in asta.
Melchiorre studiò dapprima all’Accademia Albertina di Torino, poi a Firenze e, infine, a Roma, per lavorare presso lo studio dello scultore valsesiano Giacomo Ginotti; infine, tornò a risiedere a Torino.
Fu un acuto osservatore e un armonico esecutore. La rifinizione dei suoi lavori è perfetta anche nei dettagli e nelle sue opere, bronzetti compresi, si rinvengono spirito e ironia. Queste sono sintesi efficaci di dinamicità, di padronanza tecnica e di modernità intesa come rinnovamento di forme classiche in nuove espressioni sempre comprensibili nella loro asciutta bellezza e nel loro alto significato. Melchiorre esprime spesso una linea artistica divergente dal suo tempo.
Nel 1881 a Milano Melchiorre scolpì un monumento in gesso intitolato il Genio di Colombo, un busto del re Umberto I e una statuetta intitolata Il micino. Nel 1883 espose a Roma La scritta nuziale e La moglie di Claudio. Nel 1884 espose a Torino una statuetta in marmo intitolata L’importuno e, nel 1885, un busto raffigurante Maria Maddalena. Nel 1886 espose la Pietà, nel 1887 Cleopatra e Luce ed Arte a Torino, nel 1888 In Processione alla Zootecnica, nel 1889 Giuseppe Garibaldi e San Giovanni, nel 1890 La Cantoniera e Portatrice d’acqua, nel 1891 Lylium puritatis e nel 1892 Tibicino. Nel 1893 espose le seguenti opere: Rosa Mistica, Battaglia di Dogali (uno scudo in bronzo), un ritratto di Benvenuto Cellini, Moglie di Lot, Primavera della vita e La Musa di Verdi in bronzo, La spazzacamino, Pitagora giovinetto, Testa di bimbo con cappello e bambino che ride e Testina e busto di bambina in marmo.
Realizzò numerosi monumenti, tra cui quello dedicato al Duca di Genova per la Venaria Reale, il Monumento a Garibaldi eretto a Valenza nel 1891 in piazzetta Verdi, il monumento funebre del Commendator Scavia a Castellazzo Bormida, quello in marmo della famiglia Vaccari e il bassorilievo in bronzo della famiglia Biglieri nel cimitero di Valenza. Appartengono a lui le lapidi ai caduti di Adua e a Cesare Cunietti nella facciata del Centro Comunale di Cultura di Valenza.
Le sue sculture dei Santi Alessandro, Carlo, Siro e Luigi decorano la facciata della chiesa dei Santi Alessandro e Carlo ad Alessandria.
Melchiorre muore il 2 novembre 1936 a Torino, dove si era trasferito definitivamente.
Se Valenza è considerata una delle capitali dell’oro, in passato Alessandria poteva essere annoverata tra le capitali italiane dell’argento. Gli esordi dell’argenteria alessandrina risalgono al periodo a cavallo fra l’Ottocento e il Novecento.
Enrico Goretta, nato ad Alessandria nel 1915, è stato un artista del cesello e un importante manager alessandrino. La sua storica azienda di argenteria è sorta in corso Lamarmora intorno al 1947 e poi, dal 1961, si è trasferita in via Pisacane, dove è stata chiusa nel 2005.
Goretta è un maestro dello sbalzo e del cesello. La differenza tecnica tra i due è che nel primo il rilievo è ottenuto sulla faccia opposta della lastra operando così in negativo, mentre nel secondo si modella la lastra di metallo in positivo, arricchendola di particolari. In ogni modo, sbalzo e cesello sono sempre complementari, anche se vi possono essere opere solo sbalzate o solo cesellate.
Goretta apprende le basi di quest’arte nobile e antica alla scuola dei Martini, cesellatori comaschi portati ad Alessandria dalla Ricci, un’altra impresa cittadina dell’argento. Negli anni Trenta frequenta l’Accademia e l’Istituto delle Belle Arti di Monza, diventando maestro d’arte. In questo periodo, entra in contatto con prestigiosi artisti ed è un grande amico di Carlo Carrà e Pietro Morando.
La vera passione di Goretta è il manufatto artistico ed egli sfrutta le sue doti per realizzare anche gli oggetti prodotti dalla sua azienda come gli aggraziati servizi da tavola, i raffinati vassoi, i boccali con manico in legno pregiato, i secchielli per champagne e le scatole lavorate a cesello con bordi decorati.
Lavora spesso a tutto tondo Si tratta infatti di cesellare e sbalzare una lamina d’argento in modo tale che, quando viene arcuata a 360 gradi, sia perfetta in ciascuno dei suoi particolari e comunque la si osservi. Un lavoro, anzi un’arte, che riesce a pochi eletti.
Diverse opere di Goretta si trovano ad Alessandria, quali il paliotto e il tronetto d’altare della Chiesa del Carmine, il portale e il timpano della Chiesa di San Pio V, un San Giorgio presso la Camera di Commercio e il Monumento ai caduti per lo sport al cimitero. Goretta muore nel 1999.