Novi Ligure, il sogno di Roberto Nani continua al Cpia
Si è tenuta, a Palazzo Pallavicini, la cerimonia di intitolazione del Centro provinciale di istruzione per gli adulti, diretto dalla professoressa Luisa Boffa
NOVI LIGURE – Il sogno di Roberto Nani continua al Cpia Da oggi il Cpia (Centro provinciale per l’istruzione degli adulti) di Novi ha un nome “Roberto Nani”.
Ieri, infatti, si è svolta, a palazzo Pallavicini, l’intitolazione della scuola, nata dal progetto didattico delle “150 ore” , a Roberto Nani, insegnante di talento e di grande umanità.
A ricordare la figura di Nani sono stati chiamati fra gli altri il professor Bruno Soro, docente di economia all’Università di Genova, e il professor Daniele Malucelli, già dirigente scolastico a Gavi.
Una sede a Serravalle
La cerimonia di intitolazione è stata anche l’occasione per annunciare che dal prossimo anno scolastico il Cpia sarà presente anche a Serravalle.
«Quando sono arrivato cinque anni fa nel basso Piemonte- dice Carlo Oneto, dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo “Martiri della Benedicta” di Serravalle- le prime persone che ho conosciuto sono state Marco Debrevi, presidente dell’Auser di Serravalle che teneva un corso di alfabetizzazione per stranieri e i dirigenti del Cpia, in particolare la professoressa Alessandra Ferrari.
A Serravalle si porta avanti già da tempo un progetto di multilinguismo e ritengo che oggi poter aprire la nostra scuola al Cpia sia importante e doveroso, doveroso è aprire i propri spazi per un’attività di formazione degli stranieri».
Luisa Boffa, dirigente del Cpia di Novi ha annunciato che sarà pubblicata una pagina su Wikipedia riguardante Roberto Nani «così che tutti possano conoscere questo insegnante che tanto ha dato alla scuola e al mondo del volontariato». L’impegno civile di Roberto Nani è stato a 360 gradi in Italia e all’estero. Il professor Bruno Soro ha illustrato quanto Nani ha fatto a Cuba e in Mozambico portando un aiuto concreto affinchè l’istruzione anche in Paesi lontani fosse assicurata a bambini e bambine «perchè la scuola è il primo momento di civilizzazione»