Mezzo secolo di Gavi Doc, nel 2023 vendute 14 milioni di bottiglie
GAVI — Il Gavi festeggia nel 2024 il mezzo secolo dal riconoscimento della Doc, Denominazione di origine controllata. Correva l’anno…
GAVI — Sette donne in lizza per il Consorzio del Gavi Docg. Hanno deciso di scendere in campo, unite, per contendere la guida del Consorzio di tutela agli uomini. «Ormai i tempi sono cambiati e il 30 per cento delle aziende del Gavi è condotto da donne», spiegano. Proprio in queste ore sono in corso le elezioni per scegliere il consiglio direttivo, al cui interno sarà poi designato il presidente (o “la” presidente, è il caso di dire stavolta).
Loro sono Francesca Poggio (Il Poggio), Silvia Scagliotti (Castellari Bergaglio), Stefania Carrea (Terre di Maté), Cinzia Bergaglio (Cinzia Bergaglio), Marina Galli (La Ghibellina), Francesca Rosina (La Mesma) e Massimiliana Spinola (Castello di Tassarolo).
Giusto tre anni fa, all’indomani dell’elezione, il presidente Maurizio Montobbio si rammaricava del fatto che non ci fosse nessuna donna in consiglio: «Per una denominazione che vede tante donne in veste di titolari, enologi, responsabili dell’accoglienza in cantina, mi spiace che nessuna di esse abbia deciso di impegnarsi nella gestione del Consorzio», scriveva alla stampa.
Ora le cose a quanto pare potrebbero cambiare, radicalmente. «Il consiglio ha 13 posti, tutti occupati da uomini. Noi vorremmo che ci fosse anche qualche donna. In passato una donna c’era [Francesca Rosina de La Mesma; ndr] ma poi le hanno fatto capire che la sua candidatura non era gradita. Così ci siamo candidate in blocco», afferma Massimiliana Spinola.
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Che il mondo del vino stia cominciando a interrogarsi sulla parità di genere è emerso lampante in occasione dell’inaugurazione del Vinitaly 2024. La fotografia ufficiale dell’evento ritrae 11 persone: dieci di queste sono uomini e l’unica donna presente è in realtà la vice sindaco di Verona, che all’ultimo minuto ha dovuto sostituire il suo primo cittadino. Il Consorzio del Gavi non è un unicum, anzi: secondo un’indagine del Gambero Rosso, in Italia le donne nei consigli di amministrazione dei consorzi si conterebbero sulle dita delle mani.