Paolo Coscia: «Per salvare Novi più coraggio e meno teatrino»
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NOVI LIGURE — Marco Bertoli oggi è capogruppo di Fratelli d’Italia in consiglio comunale a Novi Ligure. Siede nell’assise cittadina da ben sette legislature consecutive, di cui sei in minoranza.
— È passato un anno dalle elezioni di maggio 2023. Un giudizio sui primi 12 mesi della legislatura targata Rocchino Muliere?
«Sicuramente non sono 12 mesi di lavoro, bensì 8. L’esordio è stato buono, il sindaco Muliere ha esposto i progetti che intendeva portare avanti e io li ho condivisi, dicendo che avrei fatto un’opposizione costruttiva e responsabile senza sterili polemiche. Ricordo che il sindaco nel primo consiglio comunale aveva detto: “Faremo tutto, faremo bene, faremo presto”. Io, da cittadino novese, spero vivamente che venga fatto tutto e bene. Sul presto ormai direi proprio di no perché, a parte gli adempimenti di routine, alle questioni meramente burocratiche e una infinità di mozioni, ordini del giorno e interpellanze, in consiglio comunale non è stato presentato un atto propedeutico a tutte le grandi opere che si debbono fare per cercare di sistemare la nostra città».
«Sono in consiglio comunale da trent’anni e i problemi di Novi sono sempre gli stessi: manutenzione ordinaria, sicurezza, il recupero dell’ex Cavallerizza, la riqualificazione dei portici vecchi, la sistemazione dell’area dell’ex Macello, il parco Castello, il centro storico. La scusa plausibile, negli anni passati, era che non c’erano fondi. Oggi, però, i soldi ci sono grazie al Pnrr e al Terzo Valico. Quindi la critica che muovo a questa amministrazione è che non riesce ad assumersi le proprie responsabilità per “mettere a terra” il denaro che arriva nelle casse comunali. Questo modo di fare è sempre stato un problema della sinistra novese: la difficoltà di decidere e soprattutto la necessità di decidere di non decidere».
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— Come giudica questa maggioranza?
«A differenza di altre volte, non c’è un monolite targato Pd, ci sono liste dell’orbita della sinistra novese, tra questi vi sono un po’ di giovani e alcuni di questi siedono in consiglio comunale per la prima volta. Sicuramente questo tasso di inesperienza non gioca a favore di quello che dovrebbe essere il pragmatismo politico. Dalle prime battute non li vedo particolarmente coesi, inoltre abbiamo assistito a distinguo e fratture. Soprattutto vedo che manca la voglia di seguire e imparare da alcuni di loro più esperti come il sindaco e il vice sindaco. Quando si dovranno affrontare tematiche importanti questo sarà il loro tallone d’Achille».
— La minoranza è in grado di sfruttare a suo vantaggio tale debolezza?
«L’opposizione in consiglio comunale deve essere propositiva perché solo fra quattro anni, quando si voterà nuovamente, se la minoranza sarà stata capace a fare opposizione, sfrutterà tale debolezza della maggioranza, ma oggi sfruttarla ad inizio mandato non gioverebbe ai novesi. Alla prossima tornata elettorale il centrodestra si presenterà unito, ma per vincere ci vorrà un candidato che non dovrà essere uno di quelli che oggi siedono in consiglio comunale. Auspico, invece, si scelga un volto nuovo, moderato, riflessivo ma soprattutto che abbia buon senso. Oggi si avvertono ancora gli strascichi della campagna elettorale del 2023, e soprattutto, vedo divisioni nel centrodestra non nei programmi ma sul personale. Fra quattro anni questi personalismi cadranno per cercare di vincere le elezioni come nel 2019, sicuramente con una differente compagine».
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— Fra i cantieri importanti appena aperti c’è quello relativo alla riqualificazione del parco Castello. I lavori sono appena iniziati. C’è il rischio di perdere i fondi del Pnrr, ovvero 3 milioni e 500 mila euro?
«Spero proprio di no ma non mi sbilancio su altre riflessioni perché non so rispondere con precisione. Sarebbe sicuramente un peccato se non arrivassero perché sono fondamentali per sistemare il parco Castello che attende ormai da decenni una sua riqualificazione. Ciò che mi preme di più, è la destinazione del polmone verde cittadino. Perché se all’investimento finanziario non dai un futuro, i soldi investiti vengono sprecati. Non a caso sul parco Castello io avevo proposto di realizzare una cittadella dello sport. Le società sportive avrebbero provveduto in modo continuativo alla manutenzione ordinaria. Inoltre il sito sarebbe stato sorvegliato consentendo ai novesi di godere di quegli spazi mantenuti in ordine e in modo decoroso dalle società sportive a costo zero per le casse comunali».
«Nel privato l’imprenditore va in banca per avere i soldi per l’investimento che intende portare avanti, e con lo stesso investimento restituisce il denaro alla banca. Il pubblico si può permettere di avere i soldi che “piovono dal cielo” e non deve guadagnare, allo stesso tempo, però, è inammissibile che debba perdere fondi pubblici. Queste opere non devono costare un centesimo alla collettività, logicamente si deve collaborare e chiedere aiuto alle società, alle associazioni, ai privati per poter mantenere ciò che è stato fatto e sistemato».
— Un’altra questione aperta ormai da diversi decenni è quella dell’area Z3 e del recupero della Cavallerizza. Lei, durante la passata legislatura, ha avuto la delega sulla Z3 e il suo programma era stato accettato. Ora le cose sono cambiate…
«Penso e spero che in questa consiliatura su tematiche così importanti vi sia unione di intenti tra maggioranza e minoranza così che si possa mettere in pratica quella ristrutturazione della Z3 che avevamo progettato. È ormai da troppo tempo che questa zona della città attende una rinascita, anche in questo caso, rispetto al passato, ci sono dei fondi che arrivano da Rfi per opere compensative al Terzo Valico ferroviario. Non voglio ripetermi ma la logica che si dovrebbe seguire per il parco Castello vale anche per la Z3 e l’ex Cavallerizza».
— Lei è sempre stato un fautore della ristrutturazione dell’area ex Macello di via Pietro Isola, e per arrivare ad una soluzione aveva pensato ad una perequazione, ma anche in questo caso sembra che la questione sia, al momento, stata accantonata.
«Per ristrutturare a dovere l’area dell’ex Macello ci vogliono ingenti somme di denaro anche perché vi è un vincolo della Sovrintendenza alle belle arti di Torino. A mio avviso la cosa più logica è quella di addivenire ad una permuta con l’area del supermercato Ld di via Isola che è sicuramente più in ordine e più vicina al nostro centro storico. Se si facesse la permuta il Comune di Novi avrebbe a disposizione uno spazio per collocare le corriere che sostano qua e là per la città intralciando anche il traffico. Inoltre, secondo me, tale soluzione per le casse comunali deve essere un investimento a costo zero, quindi vantaggiosa per il Comune e per l’intera collettività».