Arte e fotografia, mostre a Gavi e al Museo dei Campionissimi
A Gavi "Introspezioni inverse" di Fukushi Ito e Maya Zignone. A Novi collettiva fotografica "La metafisica del bianco e nero"
Weekend all’insegna dell’arte al Forte di Gavi e al Museo dei Campionissimi di Novi Ligure, dove proseguono due mostre inaugurate nei giorni scorsi.
Fotografia a Novi
Al museo del ciclismo, è allestita la mostra fotografica “La metafisica del bianco e nero”. La collettiva presenta sei artisti, ognuno con un progetto e uno stile personale sulla fotografia in bianco e nero. I protagonisti sono Paolo Amoretti, Ilaria Benerice, Marzia Bernini, Carlo Ferrara, Massimo Tamiazzo e Mirko Tamiazzo.
I singoli progetti sono riuniti da una ricerca che va oltre il soggetto o la situazione ritratta, esprimendo un’interiorizzazione che si riflette nell’esteriore, in una comunicazione continua, silenziosa e circolare tra artista, fotografia e spettatore. Il bianco e nero rappresenta gli opposti, la metafisica invece significa oltre la fisica, un oltre in cui il mondo esteriore corrisponde al mondo interiore con l’individuo al centro. La mostra vuole esporre uno studio che va oltre la dualità, dando una visione d’insieme sia nella singola foto che nella collettività degli artisti.
Installazioni a Gavi
Al Forte di Gavi invece prosegue “Introspezioni inverse | Fukushi Ito e Maya Zignone”, promossa in collaborazione con il Distretto del Novese. Protagonisti dell’esposizione sono i lavori delle due artiste, in un percorso che, tra opere e installazioni, propone circa cinquanta elaborazioni, di cui alcune inedite.
Esiti di esuberante lirismo caratterizzano la poetica di Maya Zignone, nella forza combinata e quasi emozionale di luce e colori, mentre all’origine del lavoro di Fukushi Ito si trova un’indagine introspettiva sui meccanismi anche gestuali che stanno alla base della scrittura, delle forme di pensiero e del linguaggio comunicativo. Il titolo della mostra “Introspezioni inverse” sottolinea come, a partire da alcuni punti di contatto iniziali tra i percorsi di ricerca compiuti, tra i quali l’uso della luce come mezzo espressivo, le due artiste siano approdate a risultati apparentemente lontani e talvolta opposti, anche nel rapporto che sanno intessere con i volumi del monumento fortificato.
Il percorso espositivo si articola negli ambienti del Forte ed è ripartito tra le due artiste, delineando due vere e proprie mostre monografiche, allestite in spazi distinti tra di loro prospicienti.
Fukushi Ito espone circa quaranta opere che si riallacciano alla sua esperienza biografica e amalgamano suggestioni della cultura orientale con stimoli e caratteri di quella occidentale. Materiali naturali e tecnologia dialogano sia nelle sue opere più piccole, sia nelle grandi installazioni in maniera equilibrata e armoniosa. Si sviluppa così una perfetta sintesi poetica e sperimentale che rilegge e analizza i temi di Mishima, saggista e poeta, ma soprattutto acceso nazionalista, morto per protestare contro l’occidentalizzazione del Giappone e la crisi e il collasso dello spirito tradizionale nipponico e dell’etica dei Samurai.
La ricerca artistica di Maya Zignone, invece, è presentata attraverso l’allestimento di quindici grandi installazioni realizzate con luci al neon dai colori brillanti, in rapporto con la fotografia e con enormi forme geometriche piane realizzate con tondini in ferro. Le luci, riflettendosi sulle pareti bianche, creano spazi concettuali alternativi, svincolati dalla scansione temporale terrena.