Alessandria Calcio, il bonifico ancora non c’è
Restano, domani, una decina di ore. L'ad è all'estero. E la revoca del Moccagatta si avvicina
ALESSANDRIA – Gli istituti di credito sono chiusi, anche quelli in Gran Bretagna, nonostante l’ora in meno di fuso orario. E la ricevuta, tanto attesa, del bonifico non è ancora arrivata.
Arriverà? Ambienti vicini alla proprietà indicano in domani il giorno giusto (gli stessi che avevano indicano lunedì e poi oggi, al momento senza esito).
Ma domani scade anche il termine per effettuare tutti i pagamenti di stipendi e contributi ai tesserati, per marzo, aprile e maggio. Una quarantina di persone, tra giocatori e staff, ma non vanno certo dimenticati i dipendenti, anzi, per i quali non esiste fondo di garanzia anche in caso di mancata corresponsione, come invece è per calciatori, allenatori, ds e altre figure tecniche.
Domattina ci saranno davvero meno di dieci ore, perché alle 18 suonerà il gong finale. Quanto serve? Più dei 500 mila per le scadenze federali, perché ci sono iscrizione e fideiussione e questa va pagata con assegno circolare, perché non c’è più tempo per ottenerla in modo diverso, in tutto 51 mila euro cash.
E poi ci sono i debiti nei confronti del Comune, circa 80 mila euro. E una cifra più alta per ottenere il Durc.
Dunque almeno 700 mila euro, da versare sul conto di Alessandria 2023, perché quello dedicato, in Figc, è sottoposto a sequestro giudiziale.
C’è anche chi sostiene che, anche senza fare i pagamenti, l’Alessandria proverà a iscriversi, ma con il rischio di essere bloccata alla verifica dei documenti.
Vicino al presidente Andrea Molinaro sono rimasti il dg Gianfranco Multineddu e il team manager Roberto Venturini, mentre l’ad Giulio Maione pare sia all’estero, non per lavoro.
E lo stadio?
C’è, poi, la questione stadio: la disponibilità dell’impianto è uno dei documenti da produrre per iscriversi. Ma c’è una revoca della concessione già decisa in giunta, unico modo per fermare la determina sarebbero pagamenti, tutti, dipendenti e Comune compresi, e iscrizione.
In caso contrario diventerebbe esecutiva e l’impianto rientrerebbe nella disponibilità del Comune, anche per la manutenzione. Senza contare che una revoca obbligherebbe l’Alessandria a trovare una nuova sede.