Progetto eolico sul Monte Giarolo, l’ente Parco: “Serve più dialogo”
Il progetto di impianto genera forti preoccupazioni tra enti e amministrazioni locali che chiedono una rivalutazione dell'impatto ambientale
ALESSANDRIA – Il dibattito attorno al progetto eolico di Monte Giarolo continua a intensificarsi, con un nuovo appello alla Regione Piemonte per fermare la costruzione dell’impianto. L’Ente di Gestione delle Aree Protette dell’Appennino Piemontese ha espresso la propria preoccupazione per l’impatto che la struttura potrebbe avere su zone di rilevante valore ambientale, come la ZPS Dorsale Monte Ebro e Monte Chiappo e la ZSC Strette della Val Borbera, entrambe direttamente coinvolte nel progetto.
L’analisi dell’Ente Parco
L’Ente di Gestione, nel rispetto delle normative europee e nazionali in materia di tutela delle aree protette, ha emesso un parere istruttorio tecnico-amministrativo che, pur non vietando completamente il progetto, ne ammette la fattibilità solo a patto di un significativo ridimensionamento dell’impianto. Le prescrizioni operative indicate richiedono un’attenzione particolare alla salvaguardia dell’ambiente naturale.
Nonostante questo parere sia stato interpretato da alcuni come un assenso al progetto, l’Ente ha chiarito che tale documento rappresenta esclusivamente una valutazione tecnica e non esprime un’approvazione politica.
Le preoccupazioni del Consiglio del Parco
Il Consiglio del Parco, che rappresenta l’organo politico dell’Ente, si è fatto portavoce delle preoccupazioni delle comunità locali. In particolare, il presidente Danilo Repetto ha sottolineato la necessità di una normativa più stringente per proteggere le aree di pregio naturalistico da impianti di questa portata, che rischiano di snaturare l’ambiente circostante.
Secondo il Consiglio, è essenziale sviluppare una programmazione condivisa per individuare impianti più idonei alla transizione ecologica, minimizzando il conflitto con le esigenze di tutela del territorio.
Un invito alla riflessione
Il progetto eolico su Monte Giarolo solleva interrogativi cruciali sul bilanciamento tra la transizione energetica e la conservazione del patrimonio naturale. La discussione rimane aperta, con le autorità locali e gli enti di tutela che chiedono alla Regione di adottare un approccio più cauto e condiviso.