Di corsa da Novi a Roma, staffetta della solidarietà per l'Anffas
NOVI LIGURE — Una staffetta di 600 chilometri, da Novi Ligure fino a Roma, per portare di mano in mano…
COURMAYEUR (AOSTA) — Primo posto per il podista Andreino Boggeri al Tor Cervino-MonteBianco, “costola” di una delle più celebri e impegnative gare di trail running al mondo, il Tor des Géants. Boggeri, 76enne imprenditore di Cabella Ligure, si è cimentato nel percorso da cento chilometri e 8 mila metri di dislivello, che ha concluso in 39 ore e mezza classificandosi primo nella categoria Over 70.
Si è trattato di una corsa durissima, anche per condizioni meteo proibitive. «Siamo partiti da Cervinia mercoledì sera che già pioveva. Man mano che salivamo di quota la pioggia si è trasformata in neve e vento. L’acqua nelle borracce si congelava. E bastava una sosta di pochi minuti per trasformare i bastoncini da trekking in ghiaccioli», racconta Boggeri.
E lui è uno che di imprese estreme se ne intende. «C’è sempre un momento in cui vorresti abbandonare, in cui non ce la fai più. A me è capitato quando mancavano gli ultimi 500 metri di dislivello. In quei casi non conta tanto il fisico, quanto la mente. Devi deciderlo dentro la testa che vuoi andare avanti. Il corpo poi ti segue».
Di corsa da Novi a Roma, staffetta della solidarietà per l'Anffas
NOVI LIGURE — Una staffetta di 600 chilometri, da Novi Ligure fino a Roma, per portare di mano in mano…
E così è stato. In una delle edizioni più difficili di sempre – meno della metà degli atleti al via è riuscito a tagliare il traguardo – Boggeri si è imposto nella sua categoria ed è salito sul palco dei vincitori insieme a tutti i più grandi trail runner d’Europa.
Andreino Boggeri ha cominciato a correre nel 1999: «Allora avevo 51 anni e desideravo partecipare alla Maratona di New York. Da allora ne ho fatto quattro e la passione per la corsa non mi ha più lasciato». Ma al confronto con le avventure che ha vissuto poi, una maratona è poco più di una passeggiata.
Il podista valborberino ha partecipato, terminato e qualche volta anche vinto alcuni tra i trail più duri al mondo. Il Grand Raid del Sahara, ad esempio: 220 chilometri suddivisi in cinque tappe, che nel 2007 lo ha visto arrivare al secondo posto di categoria. L’anno dopo ha vinto la Gobi March, una estenuante gara di 250 chilometri nel deserto cinese, da portare a termine in autosufficienza: «È un’impresa tuttora scolpita nella mia memoria, l’ultramaratona più faticosa che ho fatto ma anche quella che ho amato di più».
E ancora: il Desert Oman Raid sempre nel 2008 (170 chilometri), il Tor des Géants da 330 chilometri (vittoria di categoria nel 2013 e nel 2018), il Grand Raid du Cro-Magnon (130 chilometri), l’Ultra Trail du Mont Blanc (170 chilometri) e l’Alvi Trail da 370 chilometri suddivisi in otto tappe… E potremmo continuare ancora a lungo. A cominciare dalla presenza costante di Boggeri alle Porte di Pietra, il trofeo di trail running nato in val Borbera nel 2006 e organizzato dall’Asd Gli Orsi di cui è stato anche portacolori.
Questa settimana invece Andreino Boggeri sarà impegnato con i podisti dell’associazione “Correre Per” in una staffetta di solidarietà tra Novi Ligure e Roma, dove gli atleti, insieme ai rappresentanti novesi dell’Anffas, incontreranno Papa Francesco.
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