Disabili in vacanza, il progetto che coinvolge Piuzzo e piace al Papa
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PIUZZO (CABELLA LIGURE) — Sabato 21 settembre, in un tiepido pomeriggio di inizio autunno, la chiesa del paese piena di gente, con le porte aperte per permette di sentire e vedere a chi non ha trovato posto sulle panche, ha accolto le persone salite a Piuzzo per la presentazione della “mappa del Tramando” dai ricordi di Livio Raddavero.
Livio Raddavero, classe 1949, è una delle memorie storiche del paese, per essere più precisi, Livio attraverso l’oralità tramandata principalmente da suo padre, dal cugino Lauro e dalle nonne, si è fatto custode e “tramandatore” perchè non si perda la storia della comunità.
Con profonda passione svolge questo compito, garantendo la salvaguardia di un sapere culturale che andrebbe perso, la sua memoria è un “archivio” con una storia per ogni aspetto della quotidianità e di come veniva affrontato e gestito: i giochi, il lavoro, la famiglia, il ruolo del parroco, il ruolo della donna, le feste e poi la passione per le danze delle Quattro Province; racconta con piacere e con calore le tante storie della comunità, quelle che ha vissuto e ancor con più passione quelle che gli sono state raccontate.
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Quando si arriva a Piuzzo, non si può non incontrarlo, lungo la strada per la chiesa o al circolo, sempre pronto ad accogliere i viandanti, i tanti che giungono fino a qui a 950 m slm. per partire per le escursioni sui bei crinali tra i Monti Giarolo, Crosfrone, Roncasso, Ebro e Chiappo, dorsale che divide la Val Borbera dalla confinante Val Curone, o anche solo per godere della bellissima vista che si vede da qui o dell’acqua ottima che sgorga dalle sue fontane.
Profondo conoscitore dei sentieri ha accompagnato negli anni tantissimi gruppi di scolaresche, e ogni estate i giovani ospiti del Rifugio Pineta che da metà luglio ad agosto si alternano in gruppi vacanze provenienti da tutta la provincia. Questo è il modo di Livio di avere cura del paese.
Camminando con Livio e ascoltando i suoi racconti vi è sempre una collocazione precisa dei luoghi con nomi che suonano così: a Chiapeila, l’Ingremodo, Runcodefrò, Proie, Ortasso, Preile, Candouno, Pian de Falù, Intlavagiu, Lingremodo, Ortasso, ecc… uno snocciolarsi di nomi che vengono da lontano, da molto lontano.
Pian piano percorrendo i sentieri nel circondario del paese nelle quattro direzioni cardinali, circoscrivendo per scelta al territorio che veniva coltivato, oggi quasi nella totalità abbandonato, si è individuato il nome con cui la comunità indicava i diversi luoghi, non sono nomi presenti sulle carte catastali, ma sono i nomi che la comunità ha sempre utilizzato tramandandoli da generazione in generazione.
Questa mappa rappresenta la toponomastica in uso nel paese di Piuzzo fino agli anni ’60 quando il paese era abitato e l’economia era legata al mondo contadino, coltivazione della terra, piccolo allevamento e uso della legna fornita dai boschi.
Questa mappa, non è una mappa in senso cartografico o catastale ma si iscrive all’interno del concetto delle Mappe di Comunità, strumento utilizzato per raccontare la storia di una comunità attraverso la partecipazione della comunità stessa.
Le mappe così realizzate permettono di mettere insieme più piani temporali e di orientarsi nel tempo per non perdere le tracce di della storia e degli elementi culturali che connotano una comunità e un territorio.
In questo caso questo lavoro della “Mappa del Tramando” che può essere visto come una fase del lavoro più articolato legato alle mappe di Comunità, è il risultato di un progetto coordinato da Mela Cocozza, dall’illustratore Claudio De Bernardi, con la collaborazione dello studioso Paolo Ferrari per la corretta scrittura dialettale dei nomi.
Oltre all’infinita disponibilità di Livio Raddavero importante è stato per il riscontro, la condivisione e l’apporto di altri abitanti. Come Teresina Basso, Marino Basso, Ennio Raddavero, Gemma Basso, Luciano Daglio e tanti altri. Preziosa la collaborazione di tutti i volontari del Circolo per la bella riuscita della giornata.
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