Le sfide dell’intelligenza artificiale nel nuovo libro di Graziano Moro
"Labirinto mentale" è il nuovo romanzo di Graziano Moro. Un racconto colmo di suspense in cui la Cittadella di Alessandria ospita una rete di supercomputer
“Labirinto mentale” è il nuovo romanzo di Graziano Moro. Un racconto colmo di suspense che si sviluppa in un mondo dove l’intelligenza artificiale sta assumendo un’importanza predominante e dove la Cittadella di Alessandria ospita una rete di supercomputer e un centro di ricerca sull’innovazione più significativa del nostro secolo.
Graziano Moro, 69 anni, ha lavorato per una importante multinazionale e al lavoro ha affiancato una passione per la politica che lo ha portato ad assumere impegni amministrativi per il Comune di Novi Ligure e la Provincia di Alessandria. Oltre a “Labirinto mentale” per Epoké ha pubblicato anche i romanzi “L’urlo dell’ape regina” (2020) e “Nuclear” (2022).
— Cosa ti ha ispirato a scrivere questo romanzo?
Due princìpi cardine hanno sorretto la genesi di questo thriller. Da un lato, la mia visione di una Cittadella, quella di Alessandria, trasformata in un moderno centro di divulgazione e ricerca sull’intelligenza artificiale, una sorta di luogo del sapere tecnologico. Dall’altro lato, l’inquietudine suscitata dal concetto di immortalità digitale, aspetto intrigante della ricerca sulla IA, ossia, l’idea di trasporre la mente umana in un computer per preservare identità e memoria oltre la morte corporea. Esistono progetti avanguardistici come l’ambizioso Neuralink di Elon Musk, che si prefiggono l’arduo compito di mappare il cervello umano, rendendo ipoteticamente archiviabili e recuperabili i ricordi stessi.
Tuttavia, mi sorge una domanda: è davvero plausibile pensare a un’immortalità della mente in un mero contenitore di silicio? Personalmente, dubito di una risposta affermativa, poiché resta insoluto il mistero della coscienza. Se un giorno potessimo, ipoteticamente, scaricare la mente, permane l’enigma di cosa sia davvero la coscienza e dove essa possa risiedere. Alcuni neuroscienziati ipotizzano che sia addirittura extracorporea, quasi partecipe di una più vasta energia cosmica. Forse, come accade per le grandi domande, la risposta rimarrà sospesa.
— Senza rivelare troppo, ci puoi raccontare di cosa tratta il romanzo e chi sono i personaggi principali?
La Cittadella di Alessandria, trasformata nel romanzo in un centro di divulgazione e ricerca sull’intelligenza artificiale, diviene il fulcro di un intrigo. Un casco di interfaccia tra mente e computer, sparisce dal luogo in cui è esposto. Max Richeli, esperto delle reti della mente e dei segreti della coscienza, oltreché interprete di futuri possibili, viene improvvisamente rapito e condotto in un luogo sconosciuto – forse proprio nelle viscere della Cittadella stessa – dove, collegato a un possente cervellone elettronico tramite quel casco, riesce a comunicare con Agnese Amoroso, giornalista d’inchiesta e sua ex compagna, utilizzando solo il pensiero. Chi sono coloro che tengono Max prigioniero, e perché vogliono sondare il suo intelletto?
La Cittadella diviene campo di una caccia incessante, un gioco di ombre e di presenze furtive, un intrico di scoperte e di ipotesi. Agnese, accompagnata dalla presidente del Centro si addentra in un labirinto di inganni e di ambiguità, dove ogni passo potrebbe svelare una verità. Nel culmine della vicenda, i più cupi segreti affiorano, ma resta l’interrogativo: ciò che scoprirà sarà un bagliore che porta alla luce o una nuova chimera? La risposta si cela nelle profondità della mente umana, là dove il confine tra il reale e l’inganno è quanto mai labile.
— Ci sono dei temi particolari che hai voluto esplorare? Se sì, quali?
Sì. Il mistero della coscienza. È un enigma che affonda le radici nel pensiero filosofico e nelle neuroscienze, poiché ci sono ipotesi divergenti su cosa sia e come si manifesti. La teoria predominante la descrive come una funzione cerebrale, un fenomeno che nasce dai complessi processi neuronali. In questa prospettiva, la coscienza è ancorata al cervello e finisce con esso. Tuttavia, una corrente di pensiero suggerisce l’esistenza di una coscienza che trascende il corpo, una sorta di coscienza universale o cosmica che permea l’universo e interagisce con le menti individuali. Alcuni studi su esperienze di premorte e su fenomeni extracorporei sostengono questa visione, benché manchino ancora evidenze conclusive.
— Quanto del romanzo rispecchia la tua esperienza personale?
In realtà nulla, a eccezione della curiosità che mi spinge a esplorare l’universo dell’intelligenza artificiale.
— Qual è stata la parte più difficile da scrivere e perché?
La parte più ardua è stata dare forma a una storia credibile, che al contempo coinvolga i personaggi in modo che l’intreccio dia una risposta significativa, seppur umana, a un enigma complesso.
— C’è un messaggio particolare che vuoi lasciare ai tuoi lettori?
Sì, un pensiero di Albert Einstein: “La più bella e profonda emozione che possiamo provare è il senso del mistero; sta qui il seme di ogni arte, di ogni vera scienza”.
— Infine, cosa speri che i lettori provino o pensino una volta terminato il romanzo?
Spero che serva loro a riflettere su questa straordinaria rivoluzione che è l’intelligenza artificiale e le sue implicazioni profonde.
Graziano Moro presenterà “Labirinto mentale” mercoledì 27 novembre alle 17 presso il laboratorio civico Nespolo in via Faà di Bruno 39 ad Alessandria (parteciperà il professor Giorgio Laguzzi), e venerdì 6 dicembre alle 17.30 in biblioteca a Novi Ligure.