Il nome della cosa
Pro e contro dell'uso dell'Intelligenza Artificiale nel mondo delle traduzioni
Nel 2025 uno dei sistemi più noti per realizzare video-conferenze, Microsoft Teams, ha annunciato che sarà possibile attivare la traduzione in tempo reale di un incontro online. Già oggi, e gratuitamente con applicazioni come Tactiq o Fathom, è possibile trascrivere riunioni per poi riassumerle, rielaborarne i contenuti, scrivere le minute: l’Intelligenza Artificiale può assumere tante forme, ma di certo quella più immediata è di un assistente personale laborioso e poliglotta.
Strumenti come DeepL assolvono con puntualità al compito di rendere in un’altra lingua un testo o una presentazione e, se non possono sostituire un professionista specializzato nel proprio ambito, ne alleviano il lavoro così che possa concentrarsi su una riproduzione più sofisticata del significato del messaggio. Come ricorda Luciano Floridi, la traduzione è come la composizione di un puzzle: l’Intelligenza Artificiale Generativa non capisce le singole parole, ma le incastra come se ne osservasse le forme, l’essere umano al contrario procede avendone prima colto il significato complessivo. I due approcci sono ineludibili per tradurre senza tradire gli intenti dell’autore.
Chat, non motori di ricerca
Il nostro concittadino Umberto Eco ha concluso la sua opera più celebre con l’adagio medioevale “Nomina nuda tenemus”: anche se non cogliamo appieno la realtà, il linguaggio ci permette di averne un’idea, comunicarla, plasmarla. Vale anche per l’Intelligenza Artificiale Generativa la cui applicazione più immediata ha proprio a che fare con i concetti e con le parole. Di fronte ad una risposta da lui fornita, sollecitare ChatGPT a considerarla di livello base per restituirne una a livello avanzato non è solo un trucco molto efficace per avere un output migliore, ma una tecnica per formulare i prompt (il cosiddetto “Answer Leveling”) che dà l’idea di come una conversazione apparentemente così spontanea come quella che si può produrre con i chatbot deriva dalla loro natura: non sono motori di ricerca, ma potenze di calcolo da avviare e gestire.
Se un aldilà esistesse, vi troveremmo Eco discutere con William Shakespeare che, sul tema delle parole e delle cose, la pensava in modo opposto: anche se non si chiamasse “rosa”, quel fiore non avrebbe lo stesso profumo? Ed anche noi, se ci trovassimo a discuterne i contorni, non ci troveremmo tutti d’accordo sull’Intelligenza Artificiale, ma, di certo, nel parlarne ci troveremmo ancor più consapevoli che, di fronte al suo sviluppo, è ancor più necessario conservare l’Intelligenza Artigianale.