Marchetti, il consigliere di Basaluzzo nel Comitato diritti umani
C'è anche un consigliere comunale di Basaluzzo nel nuovo Comitato per i diritti umani e civili che si è insediato in Consiglio regionale: si tratta di Lorenzo Marchetti
BASALUZZO — C’è anche un consigliere comunale di Basaluzzo nel nuovo Comitato per i diritti umani e civili che si è insediato ieri al Consiglio regionale del Piemonte: si tratta di Lorenzo Marchetti.
Insegnante di diritto ed economia, 31 anni, siede in consiglio a Basaluzzo dal 2019. «È stata una giornata di grande rilevanza, non solo per le tematiche affrontate, ma anche perché questo prestigioso organismo vede per la prima volta la presenza di rappresentanti del nostro territorio», ha detto Marchetti. Il suo primo intervento è stato dedicato al diritto all’istruzione.
L’intervento di Lorenzo Marchetti
Il diritto all’istruzione è uno dei pilastri fondamentali della nostra società, sancito dall’articolo 26 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Con cadenza pressoché quotidiana, la tematica della scuola costituisce oggetto di dibattito, sovente con un’attenzione maggiore agli elementi di criticità, a scapito di quelli positivi. Basti pensare all’edilizia scolastica, alla dispersione scolastica, al reclutamento degli insegnanti, alle difficoltà dell’inclusione: questi rappresentano solo alcuni dei problemi più rilevanti.
Ma vi è un’altra questione di notevole rilevanza legata alla scuola: la sicurezza. Quest’ultima, tuttavia, non deve intendersi solamente dal punto di vista edilizio, ma anche quale garanzia di un ambiente protetto per i propri figli, aspetto che spesso diamo per scontato.
A tale riguardo, alcuni scenari internazionali sollevano interrogativi preoccupanti. Dal settembre 2022, a seguito dell’invasione russa dell’Ucraina, le autorità polacche hanno incaricato le scuole secondarie di distribuire compresse di ioduro di potassio agli studenti, come misura preventiva contro il rischio di esposizione a radiazioni. Una misura estrema, dettata dalla paura di una possibile escalation nucleare.
L’ombra della guerra
Vi è di più: dall’anno scolastico in corso, la Polonia ha introdotto un programma di addestramento militare obbligatorio per gli alunni dell’ottavo anno della scuola primaria e del primo anno della scuola secondaria. Questo significa che ragazze e ragazzi di età pari a quella dei nostri alunni di terza media e prima superiore stanno affrontando lezioni obbligatorie sull’uso delle armi da fuoco e sulla preparazione alla difesa nazionale. Un’iniziativa che segna profondamente il contesto geopolitico in cui viviamo, trasformando la scuola da luogo di istruzione a spazio di addestramento preventivo.
Questi avvenimenti ci spingono a riflettere sul privilegio che abbiamo in Italia. Nel nostro Paese, la scuola rimane un luogo di formazione culturale e civica, dove si insegnano i principi della democrazia e della convivenza, non strategie militari. La nostra attenzione rimane focalizzata sul miglioramento dell’apprendimento, sull’inclusione e sulla crescita personale degli studenti.
Eppure, proprio perché la pace e la sicurezza non sono conquiste definitive, non dobbiamo mai darle per scontate. Nella vita spesso ci si accorge del valore di qualcosa solamente quando la si perde. Per questo è fondamentale preservare il nostro sistema educativo e continuare a investire nella scuola come strumento di realizzazione di un futuro migliore. La pace è il solo scopo per cui vale davvero la pena di combattere.