Novi sull’Himalaya, il racconto di Cagetti e Montanarella
Alla biblioteca di Novi Ligure l'incontro con Maria Montanarella e Marco Cagetti, alpinisti che hanno dato il nome della città a una vetta inesplorata
NOVI LIGURE — Un racconto fatto di parole e immagini, di sogni e di fatiche. Domani alle 21, alla biblioteca di Novi Ligure (via Marconi 66), gli alpinisti Maria Montanarella e Marco Cagetti proporranno un racconto pubblico della loro avventura in Himalaya, tra Nepal e Sikkim.
A fine 2024, i due hanno toccato le vette del Chulu West (6.419 metri) e del Frey (5.889 metri). Inoltre, sono saliti su una vetta inviolata di 5.491 metri e l’hanno dedicata alla “Città di Novi Ligure”. L’iniziativa di domani è patrocinata da Comune, Club Alpino Italiano e Sci Nordico Serravalle.
Novi sull’Himalaya
Ora sull’Himalaya c’è una cima che porta il nome della città di Novi Ligure. Glielo hanno dato gli alpinisti Maria Montanarella e Marco Cagetti, che – prima di raggiungere il difficile Frey Peak a quasi 6 mila metri di quota – hanno toccato una vetta finora inviolata di 5.490 metri, scampando pure a una frana che avrebbe potuto avere conseguenze mortali.
Maria e Marco, non nuovi ad avventure di questo genere, hanno da poco portato a termine una spedizione nella regione del Sikkim, un’area remota dell’Himalaya indiano. Lei 61 anni, lui 62, con il patrocinio del Comune, dello Sci Nordico Serravalle e del Cai di Cervignano del Friuli, hanno organizzato un viaggio in una delle zone più impervie del pianeta.
«Sono pochissime le persone che si avventurano in questi posti – raccontano i due alpinisti novesi – Qualche piccolo monastero, minuscole frazioni sporadicamente abitate da popolazioni di origine indo-tibetana. Poi il nulla. La nostra carovana doveva essere del tutto autosufficiente: avevamo 6 cavalli e 3 yak per il trasporto di tende e viveri, poi quattro portatori, due sherpa e un interprete».
Un’impresa pericolosa
Sono stati 12 i pernottamenti in tenda a oltre 10-15 gradi sottozero. Per bere e cucinare, si ricorreva al ghiaccio, fatto sciogliere e poi bollito. «Ci siamo riproposti di raggiungere almeno una cima ancora inesplorata. Nel gruppo del Frey Peak abbiamo individuato una vetta di 5.490 metri che abbiamo chiamato “Città di Novi Ligure – Punta Maria e Marco”. La denominazione è stata poi segnalata al locale ufficio del Mountaneering and Climbing Association Club di Yuksom», dicono Montanarella e Cagetti.
Il Frey Peak è una montagna pericolosa. Sulla via di discesa, una scarica di sassi scatenata da improvvise raffiche di vento si è abbattuta sulla spedizione, colpendo uno sherpa alla testa. «La neve si è tinta di rosso, ma per fortuna è stato più lo spavento che le conseguenze reali. Forse ci ha protetto la benedizione con cui i monaci di Yuksom ci hanno affidato alle divinità della montagna».
Già nel 2023 Maria Montanarella e Marco Cagetti, insieme a Gianna Timossi, Pietro Merlo, Giovanni Brocca, Giorgio Ravazzi, Giorgio Gualco e Dario Cagetti erano stati in Nepal, per una spedizione celebrativa dei sessant’anni della sezione Cai di Novi. «Questa volta abbiamo esplorato il versante meridionale, rivelando scenari, paesaggi e ambienti veramente mozzafiato e per la maggior parte ancora sconosciuti», dicono i due, che hanno compiuto le proprie scalate senza bombole di ossigeno.