Quelli
Alcune figurine dei sansalvatoresi
Società
Massimo Brusasco  
16 Maggio 2025
ore
11:30 Logo Newsguard
L'iniziativa

Quelli di San Salvatore (in 800) sono finiti nelle figurine

Dopo 10 anni, torna l'album. Un modo intelligente per "fare società nell'epoca dei social". Il ricavato in beneficenza

SAN SALVATORE MONFERRATO – Ottocento persone residenti a San Salvatore Monferrato sono diventate figurine.

A dieci anni dalla prima, fortunatissima edizione, torna l’album con cui si immortalano gli abitanti della cittadina, a cominciare dal sindaco Corrado Tagliabue, per arrivare al parroco don Gabriele Paganini, passando per amministratori, esponenti di associazioni varie, commercianti…

 

Figurine e protagonisti

Ma è soprattutto un album della “gente comune” che diventa protagonista grazie a un’iniziativa solidale curata in prima persona da Tagliabue, in veste di grafico. E, particolare non secondario, “ammodernata” da QR Code che consentono approfondimenti sulla vita di San Salvatore e di alcuni suoi abitanti.

Le bustine con le figurine sono disponibili nell’edicole del paese e alla tabaccheria dei Portici. “In primis – spiega il sindaco – abbiamo coinvolto  i sansalvatoresi invitandoli a comparire. Ora siamo nella fase della collezione e dello scambio delle figurine. Infine, il ricavato delle vendite verrà ridistribuito alla comunità attraverso le associazioni di volontariato, l’anima viva di questa straordinaria città. L’album costa 4 euro e si trova anche una bustina in omaggio, mentre una bustina di figurine costa 80 centesimi”.

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Relazioni reali

Ma c’è un altro aspetto molto significativo: “Nell’era dei social e delle relazioni virtuali, noi abbiamo realizzato un progetto di tipo socializzante, vero e non virtuale. Le persone presenti nell’album frequentano concretamente,  e non virtualmente, la rete sociale, creando ogni giorno relazioni, amicizie, condividendo valori comuni, mantenendo unita e coesa questa comunità. Inoltre le figurine sono oggetti concreti, l’acquisto e lo scambio impongono l’incontro con altre persone: non puoi fare una collezione da solo col telefonino in mano“.

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Infine, Tagliabue spiega: “Nei cinque mesi di lavoro c’è stato un grande fermento. I ragazzi delle Politiche giovanili si riunivano spesso per studiare i contenuti; i nostri fotografi Aldo, Cinzia e Agnese hanno girato negozi, studi professionali, sedi di associazioni e scuole. Hanno incontrato centinaia di persone. La comunità è stata coinvolta e si è fatta coinvolgere. Sul set allestito in Comune per gli scatti fotografici c’è stato un via vai continuo di gente. La lavorazione dell’album ci ha resi ancora più consapevoli di far parte di una comunità viva. E ci siamo conosciuti di più e meglio” .