Lupi avvelenati e abbattuti: record di casi illeciti in provincia di Alessandria
In soli quattro mesi già sei i casi accertati. Istituzioni in campo per fermare il bracconaggio e salvaguardare l’equilibrio ecologico
ALESSANDRIA – Il fenomeno dell’uccisione illecita dei lupi nella provincia di Alessandria ha raggiunto numeri allarmanti: sei esemplari trovati morti nei primi quattro mesi del 2025, un dato che eguaglia l’intero anno precedente e rappresenta un primato negativo per la Regione. Le cause? Avvelenamenti e colpi d’arma da fuoco, chiari segnali di episodi di bracconaggio fuori da ogni legalità.
La conferenza di approfondimento sul tema è in corso in questi minuti ad Alessandria.
Un ritorno atteso e problematico
Il ritorno del lupo, assente da quasi un secolo, è il risultato di importanti trasformazioni ambientali e territoriali. Ma se da un lato questo segnala un miglioramento dell’ecosistema, dall’altro alimenta paure e tensioni, in particolare nelle aree rurali e montane. Le principali preoccupazioni riguardano l’incolumità degli animali da reddito e da compagnia, con conseguenti ripercussioni sull’attività venatoria e sul patrimonio zootecnico.
Nessun pericolo per l’uomo
Nonostante l’aumentata presenza del predatore, le istituzioni rassicurano: il lupo, pur essendo un animale selvatico, tende a evitare il contatto con l’uomo. Solo in situazioni particolari – come la difesa della prole o l’assenza di vie di fuga – potrebbe reagire in modo aggressivo. I dati ufficiali di predazione in provincia parlano di 98 casi accertati nel 2024, su un patrimonio ovicaprino di 20.000 capi, ma non tutti i danni sarebbero imputabili al lupo, e spesso mancano adeguate misure di prevenzione.
Tutela in bilico
Preoccupa anche la possibile revisione dello status giuridico del lupo, che potrebbe ridurne la protezione, seguendo un trend legislativo europeo e nazionale orientato a un minor livello di tutela. Una decisione che, secondo le autorità intervenute all’incontro odierno presso il Comando Provinciale dei Carabinieri, rischia di minare la funzionalità ecologica degli habitat e la sicurezza delle comunità locali.
Rischi e conseguenze delle esche avvelenate
L’uso di esche contenenti veleno, oltre a provocare atroci sofferenze, mette in pericolo anche altri animali – come cani da lavoro, animali da compagnia, rapaci e volpi – e può risultare letale per esseri umani, specie bambini. Si tratta di un’autentica minaccia per la salute pubblica.
Per contrastare il fenomeno, sono state attivate unità cinofile anti-veleno e disposte operazioni di bonifica. Le autorità – tra cui Carabinieri Forestali, Regione, Aree Protette e Polizia locale – si sono impegnate a intensificare le attività investigative per risalire ai responsabili e garantire la sicurezza delle aree colpite.