Ex Ilva, il Governo promette risorse ma i sindacati chiedono certezze
Annunciato un decreto per sostenere la continuità dell’azienda, ma Fim Cisl avverte: servono garanzie su occupazione e piano industriale
Il futuro dell’ex Ilva di Taranto è stato al centro dell’incontro odierno a Palazzo Chigi tra Governo e organizzazioni sindacali. Un appuntamento atteso e cruciale, soprattutto alla luce delle difficoltà produttive e delle incertezze legate alla trattativa in corso con Baku Steel.
Nuove risorse, ma senza cifre certe
Il Governo, rappresentato dal sottosegretario Alfredo Mantovano, dal ministro Adolfo Urso e dalla ministra Marina Calderone, ha annunciato l’intenzione di approvare un decreto contenente nuove risorse economiche per garantire la continuità operativa dell’ex Ilva, in attesa della definizione della vendita dell’azienda. Tuttavia, l’entità esatta del finanziamento non è stata ancora quantificata.
Trattativa con Baku Steel e Cig confermata
Nonostante il ridimensionamento dell’offerta da parte della cordata azera, il Governo ha confermato la prosecuzione della trattativa con Baku Steel. Resta invariato anche il quadro relativo alla cassa integrazione guadagni (CIG), con la promessa dell’anticipo e dell’integrazione al 70%.
Fim Cisl: “Senza piano industriale si torna al punto di partenza”
Forti le preoccupazioni espresse dalla Fim Cisl, che ha chiesto garanzie concrete sul futuro occupazionale e produttivodello stabilimento di Taranto. Il segretario generale Ferdinando Uliano ha dichiarato:
“Il finanziamento è importante perché ci dà un po’ di ossigeno, ma senza una prospettiva occupazionale e industriale rischia di essere solo un palliativo.”
Uliano ha inoltre segnalato l’assenza di chiarezza sull’identità dei potenziali acquirenti e sui contenuti del piano industriale:
“Se si ritirano fuori proposte già accantonate, viene il dubbio che la proposta considerata prioritaria non lo sia più.”
Aia e stabilità occupazionale: condizioni imprescindibili
Secondo Fim Cisl, la stabilità occupazionale è una linea rossa. L’accordo di programma dovrà essere finalizzato all’ottenimento dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA), considerata condizione essenziale per un dialogo costruttivo con Baku Steel.
“Non possiamo più permetterci soluzioni tampone. Servono certezze per i lavoratori e per il futuro della siderurgia italiana”, ha concluso Uliano.
Un nuovo incontro tra le parti è previsto tra circa dieci giorni.
Tona (Fim Cisl Alessandria-Asti): “Produzione dimezzata, agire subito”
A lanciare un ulteriore allarme è anche Luigi Tona, segretario generale della Fim Cisl Alessandria-Asti, che sottolinea come il piano industriale iniziale non sia più attuabile: “Con un solo altoforno attivo e l’Afo 2 fermo per manutenzione, la produzione è dimezzata: da 4 a 2 milioni di tonnellate annue per almeno 7-8 mesi.”
La situazione è critica anche a Novi Ligure, dove le materie prime bastano solo per un mese: “La cassa integrazione non è una soluzione. Il Governo deve decidere in fretta, la produzione è a rischio.”