Ospedale “San Giacomo”, l’eccellenza della medicina interna
Società
Marzia Persi  
21 Luglio 2025
ore
18:47 Logo Newsguard
Reparto diretto dalla dottoressa Lidia Celesti

Ospedale “San Giacomo”, l’eccellenza della medicina interna

Tanti i progetti portati avanti per rendere le cure sempre più adeguate e personalizzate

NOVI LIGURE- Ospedale “San Giacomo”, l’eccellenza della medicina interna.

Quanto accaduto nei giorni scorsi al pronto soccorso dell’ospedale “San Giacomo” di Novi quando quando una bambina di 11 anni è stata colpita da un arresto cardiaco all’interno della propria abitazione. Accompagnata con mezzi propri presso i Dea del nosocomio novese la piccola è stata immediatamente presa in carico dall’équipe multidisciplinare del Dipartimento di Emergenza.

Grazie alla prontezza operativa e alla competenza del team sanitario, la paziente è stata rianimata con successo, con ripristino del circolo spontaneo e successiva stabilizzazione clinica.

In considerazione della gravità del quadro, è stato attivato il trasferimento in elicottero presso l’Ospedale Regina Margherita di Torino.

Rilevante in questo caso è stato il ruolo della dottoressa Roberta Virtuani, direttrice della Struttura Complessa Medicina e Chirurgia di Accettazione e d’Urgenza dell’ospedale di Novi: allertata per la peculiarità del caso, si è recata immediatamente presso il Dea dove ha coordinato le attività e gestito con grande sensibilità le comunicazioni con i familiari della giovane paziente.

Ospedale San Giacomo, l’eccellenza della medicina interna

Accanto alla prontezza dell’emergenza, il presidio ospedaliero di Novi rappresenta un modello di riferimento anche nella gestione dei pazienti cronici, fragili e complessi, grazie all’impegno della dottoressa Lidia Celesti, direttrice della Struttura Complessa di Medicina Interna.

Dal suo insediamento, nell’ottobre 2023, la dottoressa Celesti ha avviato una profonda riorganizzazione clinico-assistenziale, basata sulla centralità del paziente e sulla presa in carico integrata.

L’approccio internistico, oggi più che mai, si rivela cruciale per gestire la crescente complessità delle condizioni cliniche, non più riconducibili a singole patologie d’organo.

Al “San Giacomo” l’ambultorio continuità di cure

Tra le innovazioni più significative introdotte vi è, certamente, l’ambulatorio di Continuità di Cure (attivo da gennaio 2024), che permette il monitoraggio post-dimissione di pazienti fragili (ematologici cronici, diabetici, affetti da scompenso cardiaco, broncopneumopatici cronici), con l’obiettivo di ridurre le ri-ospedalizzazioni e migliorare gli esiti clinici.

Nei primi 12 mesi di attività ha già seguito 164 pazienti, con risultati significativi in termini di efficacia e gradimento; potenziamento dei rapporti ospedale-territorio.

Vi è stata anche una riorganizzazione interna dei percorsi clinici, con équipe stabili che condividono quotidianamente le informazioni tra medico, infermiere e OSS, migliorando così la comunicazione, la soddisfazione degli utenti e la qualità dell’assistenza.

Non da meno lo sviluppo di competenze specifiche tra il personale, con progetti mirati su lesioni da pressione e ulcere vascolari, in collaborazione con la dottoress Merlano; sulla ventilazione non invasiva, sempre più frequente per i pazienti cronici respiratori, grazie al lavoro della dottoressa Boero; sugli accessi venosi eco-guidati (midline, picc, power), per garantire terapie endovenose sicure e continuative; broncoscopia disostruttiva, per pazienti neurologici e bpco con difficoltà di espettorazione; stewardship infettivologica, promossa dalla dalla dottoressa Calabresi e dal dottor Bruzzone, per l’uso corretto e sostenibile degli antibiotici.

I progetti riguardano anche l’ ambulatorio per lo scompenso cardiaco, in via di definizione strutturale, con presa in carico precoce dei pazienti già in degenza e formazione dedicata del personale (dottoressa Ghiglione, dottoressa Merlo), per contrastare la mortalità legata a questa patologia cronica ad alta prevalenza.

Inoltre, è in fase avanzata di progettazione, insieme ai direttori di Urologia e Rianimazione, un percorso interdipartimentale per la gestione del paziente fragile candidato a chirurgia urologica, ispirato a modelli di co-management tra internista, chirurgo, anestesista, mmg e servizi territoriali.

La Medicina interna non è “un contenitore”

«La Medicina Interna oggi non può più essere solo un contenitore. È un reparto dove si gestisce la complessità, si costruiscono percorsi, si crea rete – spiega la dottoressa Celesti –. Il nostro obiettivo è offrire una cura completa, continua e personalizzata, valorizzando le risorse professionali e umane presenti nell’Asl Al »

Per il direttore generale, Francesco Marchitelli: «Ciò che rende la ASL AL e quindi questo presidio ospedaliero così efficace è la sinergia tra innovazione clinica e attenzione alla persona. L’umanizzazione delle cure non è un valore astratto, ma una pratica quotidiana, costruita nella relazione tra pazienti, familiari e professionisti. È il cuore pulsante della nostra strategia aziendale»

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Grande apprezzamento per l’operato dell’ospedale di Novi è stato espresso anche dall’assessore regionale alla Sanità, Federico Riboldi: «Quanto accaduto a Novi è la fotografia perfetta di cosa è per noi il servizio sanitario pubblico e dove la Regione sta andando: prontezza, competenza e umanità. Il lavoro dei medici e operatori sanitari nel salvare una bambina in arresto cardiaco, così come il modello gestionale messo in atto nella Medicina Interna, rappresentano l’eccellenza della sanità piemontese

 

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