Marilli (Pd): «Verso sfide decisive, a Novi serve un sindaco serio»
«La serietà è indispensabile per affrontare gli anni che ci aspettano e che cambieranno il volto della città»
NOVI LIGURE — Giordano Otello Marilli, 39 anni, è segretario provinciale del Partito Democratico e membro dei democratici di Novi Ligure.
— Quali sono le istanze del territorio novese che i parlamentari eletti per il Partito Democratico dovranno portare a Roma?
«Esiste un tema che attiene a tutto il territorio e in particolare al novese: lavoro e sviluppo. Chi verrà eletto nella lista “PD-Italia Democratica e Progressista” saprà essere punto di riferimento e interlocutore su questo. Esistono le dinamiche “classiche”, quelle industriali, ma oggi non possono essere scisse dalla sostenibilità e dalla questione ambientale. Inoltre, nella dimensione del rilancio della zona novese occorrerà puntare sul rilancio della logistica in termini integrati. Il territorio è soggetto attivo dello sviluppo per questo bisogna favorire ed esplorare strade diverse da quelle canoniche, penso ai servizi, al terzo settore, al turismo specializzato ecc. Sono questioni su cui i nostri candidati del territorio Rita Rossa al Senato e Daniele Borioli alla camera, se eletti, sono perfettamente in grado di dare risposte».
— Subito dopo il 25 settembre, inizierà la campagna per le elezioni di primavera. A che punto è il confronto nella coalizione?
«Premetto che come Partito provinciale non mi sogno minimamente di interferire nel lavoro dei circoli territoriali, ma siamo sempre pronti a supportarne l’azione. Io credo che avere tenuto insieme le forze della coalizione in questi anni sia un ottimo punto di partenza, ma non credo possa essere l’approdo ultimo. Le recenti elezioni amministrative, ad Alessandria ma anche nel resto del paese, hanno premiato il centrosinistra quando ha saputo presentare una proposta larga aperta a forze civiche sapendo rinnovarsi e rompere con l’isolamento che aveva caratterizzato la stagione politica passata e che ha lasciato molte macerie».
— Alle politiche Azione di Calenda e Italia Viva di Renzi hanno deciso di correre per proprio conto. Questa decisione avrà conseguenze sulla coalizione di centrosinistra per le elezioni comunali di Novi?
«Nelle recenti elezioni alessandrine né Azione né Italia Viva hanno sostenuto il candidato del centrosinistra, legittimamente se non si sentono parte del nostro campo promuoveranno scelte alternative. Tuttavia, questo non ha impedito un confronto nel rispetto delle reciproche posizioni che ha portato a collaborazione sul territorio. In una battuta: nessuna preclusione, ma occorre decidere in quale parte del campo si vuole giocare».
— Riuscirete a replicare anche a Novi l’alleanza con il M5s con cui governate ad Alessandria?
«In molte realtà locali l’alleanza con il partito di Conte si mantiene, con profitto, nonostante la distanza che si è determinata sul livello nazionale: è fondamentale la politica, vale a dire la riflessione sui programmi e la condivisione delle pratiche. Muovendo da questo credo sia possibile provare a costruire un percorso; aggiungo che in questi anni abbiamo condiviso diverse battaglie dall’opposizione, penso ad esempio alla contrarietà alla realizzazione di un termovalorizzatore a Novi».
— E con Marco Bertoli che intenzioni avete?
«Bertoli e il gruppo di Solo Novi hanno condiviso con noi il giudizio fallimentare sulla giunta Cabella e sul governo della destra in città, ma i nostri campi sono diversi e, per molti aspetti, alternativi. Questo non esclude che, alla luce del sole, in una sede quale è il consiglio comunale e nella distinzione chiara dei ruoli, si possa interloquire per il bene della città. Certo speriamo di farlo essendo noi maggioranza…»
— Come dovrebbe avvenire la scelta del nuovo candidato sindaco del centrosinistra? Meglio un confronto all’interno dei partiti o una qualche forma di primaria?
«Ogni elezione amministrativa fa storia a sé, quindi non esiste una formula ideale. Credo che il tempo della scelta delle persone prima dei contenuti, dei programmi, sia terminato. Occorre presentare un percorso, insieme con la coalizione, alla città che sappia tenere insieme chiarezza di contenuti e partecipazione: se questa debba avvenire con le primarie o con altri strumenti dovrà essere deciso con gli alleati. Dopo la sconfitta del 2019 ci siamo detti che per ripartire dovevamo smentire la percezione di un Pd autoreferenziale e chiuso nel suo fortino, queste elezioni anticipate, che abbiamo cercato con forza e con un’azione dei nostri consiglieri comunali (che ringrazio) sempre volta al bene di Novi, ci permettono di dimostrare di aver capito il messaggio che ci è arrivato dagli elettori e sono sicuro che non sprecheremo questa occasione guardando al nostro ombelico. Saper essere conseguenti a quel messaggio, può permetterci di mobilitare nuovamente alla partecipazione chi si sente distante dalla politica anche al livello locale».
— Un identikit del candidato sindaco ideale?
Non sono mai stato molto bravo a disegnare, ma posso consegnare ai lettori una riflessione. Il contesto in cui ci troviamo è molto delicato abbiamo attraversato 3 anni di pandemia cui si è aggiunta sul finire dello scorso inverno la guerra di Putin all’Ucraina con le sue conseguenze drammatiche anche per noi con i rincari su gas ed energia. Apparentemente possono apparire temi distanti dalle questioni amministrative, ma in realtà è l’opposto: il Pnrr e il nextgen-Eu negli enti locali possono essere una straordinaria opportunità per investimenti sul territorio, per la crescita e lo sviluppo territoriale; la crisi energetica figlia della guerra, invece, impatterà enormemente sulla vita dei comuni, le bollette le devono pagare pure loro no? Allora è necessario che chi voglia guidare la città abbia delle qualità “utili”: sapere fare squadra, avere visione e competenza per intercettare le opportunità, realizzare sintesi e condivisione e, soprattutto, sappia prendere decisioni. Non è il momento per Novi di pacche sulle spalle, ma di avere un sindaco che sappia dire dei sì e dei no: la serietà è indispensabile per affrontare gli anni che ci aspettano e che cambieranno il volto della città, se in positivo o in negativo dipende da quanto dicevo prima. Posso solo aggiungere che come democratici presenteremo alla città chi potrà incarnare quelle qualità».
— Qual è per il Pd un punto irrinunciabile del programma per le elezioni comunali?
«Sulla base di quanto dicevo sopra (Pnrr) la prossima consiliatura potrebbe avere a disposizione gli strumenti per ridisegnare la città per i prossimi 15-20 anni, personalmente ritengo che il futuro ruoti attorno al concetto di sostenibilità che porta con sé opportunità e redistribuzione che si traducono in sviluppo, ambiente, welfare locale, integrazione con il territorio, implementazione dei servizi, logistica, politiche per l’infanzia, manutenzione della città, politiche culturali e così via. Per prevenire l’accusa di “fuffa”, provo a fare un esempio se avessimo agganciato Novi alle azioni del Pnrr per lo sport e l’inclusione sociale avremmo potuto recuperare risorse per mettere in sicurezza lo sport locale in questo frangente così complicato».
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