Pernigotti, nuovo vertice a Roma: «Ora l’azienda scopra le carte»
Frescucci e Dispensa
Economia, Generic, Home
Elio Defrani  
6 Maggio 2022
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06:30 Logo Newsguard
novi ligure

Pernigotti, nuovo vertice a Roma: «Ora l’azienda scopra le carte»

I sindacati vogliono vederci chiaro, anche perché il 30 giugno è alle porte e da quel giorno i dipendenti saranno senza coperture

NOVI LIGURE — Pernigotti al centro delle celebrazioni del Primo Maggio, a Novi Ligure, dove sindacati e Comune hanno organizzato una manifestazione proprio per continuare a tenere i riflettori accesi sulla crisi della storica azienda dolciaria. I lavoratori infatti attendevano ancora la convocazione al ministero dello Sviluppo economico, che è arrivata qualche giorno dopo.

Sarà il 10 maggio. Gli argomenti da discutere a Roma sono di primaria importanza per il futuro della fabbrica di Novi: «La proprietà turca deve chiarire a che punto è la trattativa con la Witor’s di Cremona, che aveva presentato una lettera d’intenti per rilevare il marchio Pernigotti», dice Raffaele Benedetto della Flai Cgil.

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I dipendenti però guardano con più favore a un’altra azienda del settore che aveva manifestato il proprio interesse per Pernigotti, la Walcor, sempre di Cremona. Spiega Tiziano Crocco (Uila Uil): «Il loro progetto prevedeva il mantenimento di un presidio produttivo nello stabilimento di Novi». Dove intanto continuano a calare gli addetti: con le ultime uscite (volontarie) ora i dipendenti sono meno di 60. Due anni e mezzo fa, all’inizio della crisi, tra diretti e stagionali erano circa 200.

Il tempo stringe: «Il 30 giugno scade la cassa integrazione e rimarremo privi di coperture», affermano Piero Frescucci e Gianni Dispensa, delle rsu aziendali. La senatrice M5s Susy Matrisciano ha annunciato un’interrogazione al ministro Giorgetti, mentre il sindaco di Novi Gian Paolo Cabella ha assicurato l’attenzione dell’amministrazione, pronta anche a favorire il reinsediamento della Pernigotti con una variante al piano urbanistico cittadino.

Dalla Uila arriva anche una proposta per l’utilizzo dei 4 milioni di euro promessi dai Toksoz per ammodernare la fabbrica e formare gli operai, e mai arrivati: «Siano usati per creare un fondo a favore dei dipendenti».

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