Casa del Gavi, il Consorzio di tutela fa rivivere l'ex enoteca
GAVI — Inaugurata la settimana scorsa la nuova sede del Consorzio di tutela del Gavi Docg. La “Casa del Gavi”…
GAVI — Il Gavi festeggia nel 2024 il mezzo secolo dal riconoscimento della Doc, Denominazione di origine controllata. Correva l’anno 1974 quando il Cortese di Gavi veniva annoverato tra le denominazioni di origine controllata, istituite con l’obiettivo di valorizzare i prodotti di qualità rappresentativi di una specifica area territoriale.
«È un anniversario importante, un traguardo storico. Premia il lungo percorso, l’impegno e la dedizione dei produttori che, insieme, hanno costruito la reputazione di un vino oggi presente in oltre cento paesi nel mondo», commenta Maurizio Montobbio, presidente del Consorzio di Tutela, organo che dal 1993 vigila sulla denominazione (che nel frattempo, nel 1998, ha ottenuto anche la Docg).
Gli oltre 1.600 ettari di Cortese compresi negli undici Comuni di Bosio, Carrosio, Capriata d’Orba, Francavilla Bisio, Gavi, Novi Ligure, Parodi Ligure, Pasturana, San Cristoforo, Serravalle Scrivia e Tassarolo costituiscono l’enclave quasi totale della produzione nazionale di Cortese. Un vitigno che in questo territorio ha trovato la sua massima espressione: il Gavi.
Dalla sua nascita, la denominazione ha conosciuto una costante crescita, in particolare negli ultimi vent’anni. Qualche numero: +58 per cento di superficie vitata, da 1.021 a 1.600 ettari; +75 per cento di bottiglie prodotte, da 8 a 14 milioni; 85 per cento della produzione destinato all’export; 180 tra produttori, vinificatori e imbottigliatori sono soci del Consorzio; 65 milioni di fatturato delle aziende produttrici e 5000 persone impiegate nella filiera.
Sono numeri molto positivi che suggellano l’affermazione del Gavi confermati anche nel 2023 appena concluso con oltre 14 milioni di bottiglie vendute e la presenza fissa del Gavi sui principali mercati internazionali, in particolare in Gran Bretagna, Usa e Germania.
Dice ancora Montobbio: «Il mercato sta premiando i vini bianchi e questo ci consente di performare bene nonostante la contrazione dei consumi e l’aumento delle accise nel nostro primo mercato, quello inglese. In questo anno celebrativo continueremo a realizzare attività orientate al consolidamento del valore del Gavi nei mercati in cui siamo già presenti, proseguendo i progetti di promozione nazionale e internazionale già avviati lo scorso anno».
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Nell’ultimo decennio la viticoltura nel territorio del Gavi ha dovuto confrontarsi con stagioni profondamente diverse tra di loro, in qualche caso anche estreme. «Per mantenere l’alto livello di qualità che caratterizza questo vino, è emersa la necessità di un confronto sui temi di sostenibilità e cambiamento climatico», spiega Davide Ferrarese, agrotecnico del Consorzio.
Il Consorzio di Tutela ha quindi avviato un progetto di analisi meteorologica sul territorio con lo scopo di improntare la viticoltura a un’agricoltura di precisione. Come la realizzazione di una rete di stazioni meteo per raccogliere dati sull’ambiente di coltivazione, conoscerne meglio le caratteristiche e monitorare l’andamento climatico.
«Il vitigno Cortese, anche nel corso dell’ultima vendemmia così come in quella precedente, ha dimostrato una eccezionale capacità di adattamento. Come se l’insediamento secolare di questo vitigno nella zona avesse fornito all’uva la memoria genetica per affrontare anche situazioni estreme», conclude Ferrarese. Un anniversario, quindi, che conferma la maturità di una viticoltura millenaria proiettata al futuro.